Padre Nando Mencarelli ci ha lasciati il 14 agosto, vigilia dell'Assunta. Possiamo dire che la Madonna è venuta a prenderlo, perché celebrasse con Lei la sua festa in cielo.
Carattere tranquillo, sempre sorridente, ha sopportato la malattia serenamente e anche quando il progredire del male lo ha reso avulso dalla vita attorno, non ha mai perso la tranquillità che gli era naturale.
"Vorrei andare nelle Mentawai..."
Nando era nato a Palazzo di Arcevia, il 4 giugno 1932. Dopo le medie entra nella Casa apostolica dei saveriani a Poggio San Marcello. Nel 1950 da Zelarino così scrive al superiore generale per essere ammesso al noviziato. "Questo desiderio l'ho sempre avuto, dal giorno in cui ho capito che era la volontà del Signore...".
È ordinato sacerdote, insieme ai suoi compagni, il 9 novembre 1958 e il primo impegno è quello di animatore vocazionale a Cremona, dove rimane fino al 1963, quando gli giunge la sospirata notizia che era destinato alle missioni. Gli chiedono se ha qualche preferenza e questa è la risposta: "Le mie preferenze sarebbero per Padang e le Mentawai, perché conosco mons. Bergamin e perché ho sentito che la lingua non è difficile...".
Un incanto che si rompe
Padre Nando parte nel 1964 e arriva a Padang. Dopo aver imparato la lingua, è mandato nelle Mentawai, isole abitate da una popolazione primitiva che i saveriani assistevano con dedizione. Qui il necessario arrivava con una piccola imbarcazione che bisognava aspettare anche più di un mese. Padre Nando non era un eroe della penna. La prima lettera giunge dopo due anni, quando descrive la sua missione come "abbandonata, tagliata fuori da tutto e da tutti, non c'è nemmeno la radio-telefono; ma non è tutto nero: sono felicissimo!".
Padre Nando rimane nelle Mentawai dieci anni. Poi, un ordine dei superiori rompe l'incanto di una vita in mezzo alla natura, dove si devono fare lunghi viaggi in piroga, ascoltando i discorsi di quella povera gente che ha in mente la pesca, la caccia con l'arco e i maiali che sono gli animali più importanti. A loro i missionari parlano di Dio creatore e di Colui che egli ha mandato nel mondo per la nostra salvezza...
In giro per l'Italia...
Padre Nando rientra in Italia nel 1976 e va in Sardegna come animatore vocazionale, per trasmettere ai giovani il proprio entusiasmo missionario, per suscitare in loro il desiderio di donarsi a Dio. Passa un anno e si trasferisce a Macomer, con il compito di rettore.
Dopo questo periodo durato sette anni, p. Nando sente ancora "il richiamo della foresta" e scrive al superiore, chiedendo di tornare in missione. Non è accontentato perché gli è chiesto di sobbarcarsi nuovi impegni: ad Ancona, nella casa del noviziato dal 1983 al 1995, a Genova-Pegli rettore per tre anni e di nuovo ad Ancona dal 1998 al 2007.
Per il 50° della consacrazione religiosa nel 2001, scrive: "Mi sembra di aver fatto la professione ieri e ora mi ricordo di aver quasi raggiunta la bell'età di 70 anni. Eppure la frase del Fondatore «Il Signore non potrebbe essere stato più buono con noi...», la ripeto con gioia".
La mostra del centenario
Uno dei contributi più importanti che p. Nando ha offerto in questi ultimi anni, è stata la mostra da lui allestita in vista del centenario della fondazione dell'Istituto (1895-1995). L'ha ideata e realizzata ad Ancona nel 1994. In 22 pannelli, ha presentato i cento anni di vita della famiglia saveriana, illustrando i luoghi e i metodi di apostolato, le problematiche e le sfide della missione nei vari contesti sociali e culturali in cui i saveriani lavorano. La mostra è stata esposta nella casa madre dei saveriani a Parma, durante tutto l'anno del centenario e nell'anno seguente, fino alla beatificazione del fondatore, il 17 marzo 1996.
Anche per questo segno del suo amore per la famiglia confortiana, p. Nando sarà stato accolto a braccia aperte dal santo vescovo Conforti, come un figlio beneamato è accolto dal Padre.
