Ricordiamo l’amico Stellio Valle
Se n’è andato senza disturbare, quasi in punta di piedi. I numerosi ragazzi formati dai saveriani tra il 1964 e il 1973 lo ricordano ancora con viva nostalgia come loro rettore e formatore, l’animatore entusiasta e rumoroso delle loro giornate.
Persona di riferimento
Stellio Valle, ragazzo schietto ed esuberante, originario di Maiano (Udine), con due occhi grandi e penetranti, fu tra i primi ragazzi friulani che i saveriani hanno accolto nella loro nuova casa apostolica, aperta appena due anni prima nel 1946, per contagiarli dell’ideale missionario di portare ai popoli lontani il vangelo di Gesù.
Stellio divenne sacerdote nell’ottobre 1965. I superiori, che ben conoscevano la sua sana vivacità e la tempra forte del suo carattere, lo inviarono subito nella scuola apostolica di Udine, dove profuse la sua fermezza e dolcezza nel paziente lavoro di formazione umana, culturale e spirituale dei ragazzi che manifestavano il desiderio di diventare missionari.
La morte di un ragazzo…
Per i valori morali che arricchivano il suo cuore, egli era per loro una persona di riferimento e di consiglio nelle incertezze della loro età.
La morte tragica di un suo ragazzo, Sergio Michelutti, annegato nelle acque di Grado, lo sconvolse così profondamente, che non si riprese più da quella tormentata sofferenza.
Reso fragile e insicuro fisicamente, anche per una leucemia che gli sopraggiunse, con rassegnazione lasciò il ministero sacerdotale. “Ma - confidava - ogni anno nel giorno commemorativo della sua sacra ordinazione, sentiva un forte desiderio di celebrare l’Eucaristia”.
Coerente nello stile di vita
Ha vissuto quindi nella sua nuova famiglia, formata con l’affetto della signora Lidia e allietata dalla nascita di Cecilia, la figlia da lui tanto amata. Ha dato a tutti e sempre, anche con le parole, la sua viva testimonianza di solida fede cristiana, sacrificandosi nel lavoro con vero impegno e onestà, sempre fedele e coerente a quella frugalità e sobrietà, che hanno caratterizzato il suo stile di vita.
Ha passato gli ultimi anni nella casa di riposo “La Quiete”, accettando con serenità, giorno per giorno, il deperimento del suo fisico e rimettendosi con grande fiducia nella divina Misericordia, come sempre e a tutti aveva insegnato nei suoi anni di sacro ministero.
Il Signore lo accolga nella sua dimora di luce e di pace.
Mandi, Stellio: cumò ca tu stàs cul Signor, trasfiguràt in te so glorie par celebrà la liturgje dal cìl, viòt ancje di nò e pree pala to cjare famee e par nò duç.