Quando l’integrazione è di casa, Visita al tempio Sikh di Novellara
Mentre racconta a un gruppo di missionari la sua attività con gli extracomunitari arrivati in parrocchia in questi ultimi vent'anni, don Candido ripete spesso: "Voi, certo, ne sapete più di me e mi potreste fare da maestro...".
Ogni anno gli animatori missionari delle case saveriane in Italia si radunano a S. Pietro in Vincoli (RA) per alcuni giorni di fraternità e di valutazione del lavoro svolto e per organizzare le attività da fare. Il programma prevede anche un'uscita comunitaria, che quest'anno ha avuto come meta Novellara, cittadina d'arte della pianura reggiana (già proprietà dei Gonzaga), con circa 15.000 abitanti.
L'arrivo del nuovo millennio
Nella sala del Consiglio comunale, i missionari hanno ascoltato l'assessore Paolo Santachiara e il parroco don Candido Bizzarri raccontare le iniziative civiche e parrocchiali per instaurare una vita pacifica e normale tra i cittadini e gli immigrati.
"Gli immigrati sono oltre 2.000 - spiega l'assessore - più del 15% della popolazione e provengono da 4 continenti. Sono una grande forza-lavoro nel commercio, nell'industria e nell'agricoltura, ma diventano anche una grande sfida con le loro culture e religioni diverse". Come tentare un dialogo costruttivo, che non diventi una... babele?
"Dopo aver cercato di tessere un clima di fiducia - continua don Candido - è arrivata l'occasione propizia: il passaggio dal secondo al terzo millennio. In occasione della festa patronale di santo Stefano del 1999, ho suggerito ai diversi gruppi religiosi non cristiani di venire a farci gli auguri per il nuovo millennio. I pochi che si presentarono nei loro sgargianti costumi fecero un'ottima impressione e al loro saluto seguì un sentito applauso spontaneo. La strada è ancora in salita, ma ora si cammina con stima vicendevole".
Tante feste per tutti
"Nessuno Escluso - racconta il dottor Santachiara - è il nome e il fine della nostra organizzazione. In occasione delle diverse solennità religiose, a ogni gruppo abbiamo messo a disposizione gli ambienti del Comune, perché dopo la parte rituale particolare, tutti potessero far festa insieme. Così è per il ramadan, per il capodanno cinese, per le feste sick - gruppo indiano fortemente presente -, e naturalmente per la nostra festa del Natale. Non c'è stato bisogno di togliere il presepio, tutt'altro. In queste feste ci si scambia gli auguri, si apprezza una cultura e un cibo diverso, si imparano altre ricette... In settembre il festival Immaginare il Futuro unisce in piazza le diverse lingue e culture presenti nella zona".
Don Candido puntualizza: "Non si tratta di fare del sincretismo religioso, per cui "tutto va bene". Il fatto di confrontarsi aiuta a scoprire chi siamo e in che cosa crediamo. Pensavo di saperne abbastanza, per me le cose erano evidenti; ma per spiegarle ad altri che pensano diversamente devo scoprire che le cose sono vere dentro di me. Non ho però mai fatto proselitismo: questo lo lascio alla grazia di Dio".
L'ottima accoglienza dei sikh
Dopo l'incontro in Comune, abbiamo visitato il tempio sick: dicono che sia il migliore in Italia. Al piano superiore c'è il tempio per la preghiera. Non esiste discriminazione tra uomo e donna. Bisogna togliersi le scarpe e mettersi un velo come copricapo. Non è mancata un po' di ilarità... Nel salone dell'accoglienza, seduti a gambe incrociate (chi ce l'ha fatta!), ci servono cibo e dolci indiani.
Sono tanti i fedeli che entrano a pregare la sera e tutti fanno la loro offerta. Il centro della preghiera è un grosso libro scritto in caratteri indiani; lo chiamano "Il Vivente", e offrono anche cibo. Davanti al libro c'è sempre una persona in preghiera. Ammiriamo lo spirito religioso, l'accoglienza cordiale e l'ospitalità sincera. Sulla via del ritorno, preghiamo in cuor nostro che "si faccia del mondo una sola famiglia", secondo lo spirito del vangelo e la preghiera del nostro fondatore beato Conforti.