Padre Davitti dagli Stati Uniti
Quando ero ragazzo, Gesù era il mio "Eroe". Ma con la chiesa avevo un rapporto difficile, perché c'erano troppi comandamenti. Le cose che mi piacevano erano proibite; quelle spiacevoli erano comandate. Rivolgevo spesso domande a mia madre e alla nonna (che ha avuto un grande ruolo nella mia formazione): "Perché dovrei confessarmi ogni settimana e raccontare i miei peccati al prete, quando lui non mi dice mai i suoi?". In risposta, è arrivato un bel ceffone in testa!
Anche a Dio rivolgevo molte domande: "Esisti davvero? È possibile conoscerti?". Lui non ha mai risposto, fino al giorno in cui ho celebrato il 25.mo di sacerdozio. Entrato nella sacrestia di Reggello, il paese toscano in cui sono nato, ho visto la statua del Sacro Cuore davanti alla quale pregavo da bambino (l'avevano spostata in sacrestia!). Mi è sembrato che mi dicesse: "Michele, ho risposto alle tue tante domande?".
Per un momento, a 55 anni, ho rivisto tutta la mia vita passata, e gli ho detto: "Sì, Signore, hai risposto ben oltre le mie aspettative".
p. Michele Davitti, sx - Chicago (Usa).