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P. Galeani e una vita in Giappone

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Il 9 novembre, p. Sandro Galeani, celebrerà i suoi 60 anni di vita presbiterale e missionaria. Uomo di poche parole, schivo, non ama mettersi in evidenza. Mi ha lasciato l’incarico di narrare un po’ la storia di questi suoi anni di servizio alla missione e i suoi sentimenti nell’imminenza di questo anniversario.

Nato ad Albano Laziale il 10 agosto 1934, p. Galeani ha sperimentato da ragazzo i drammi e i dolori della guerra con la perdita anche di care persone (fratello e nonna) nei bombardamenti che duramente avevano colpito le cittadine dei dintorni di Roma. Nel periodo degli studi, all’università di medicina di Roma, fa parte dei giovani della FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana). È proprio in questo periodo che nasce la sua “vocazione missionaria” quando, durante un corso di esercizi spirituali, è presentato ai saveriani (in particolare a p. Callisto Vanzin) ed entra nel loro noviziato a Ravenna.
Ordinato presbitero nel 1958, è subito inviato in Giappone (1959). Missione nella quale riversa tutto il suo entusiasmo e giovani energie per la maggior parte di questi sessanta anni di vita.

Anche il Giappone era appena uscito dai disastri della seconda rovinosa guerra mondiale, che si era conclusa con lo scoppio delle due bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki. Per cui, l’attività missionaria di quel tempo si poteva considerare quasi pioneristica. I missionari (stranieri) erano stati accolti con molta affabilità ed erano visti come concreti testimoni del messaggio evangelico e della figura del Signore Gesù, che loro annunciavano. Alle prime difficoltà per l’apprendimento della lingua locale e per l’inserimento nella nuova cultura orientale, si aggiungeva la povertà di strutture e di mezzi, che impedivano di iniziare le opere missionarie di cui era carente la zona affidata ai saveriani.

P. Sandro trascorre i primi tre anni di fatica in questa dovuta “gavetta”. Poi, per sette anni, è vice parroco e parroco di alcune missioni della diocesi di Osaka. Allo scadere del decimo anno, viene eletto superiore regionale, responsabile della comunità saveriana del Giappone. A conclusione di questo incarico, dopo un anno sabbatico di studi a Manila (Filippine), ritorna in campo. Per oltre 40 anni, è attivo nella zona sud del Kyushu; svolge ruoli di animazione delle comunità cristiane e soprattutto nelle strutture educative come le scuole dell’infanzia. Questo fino al 2014 quando, per motivi di salute, viene “costretto” a trasferirsi nella comunità della Casa Regionale, per cure e per aiuto pastorale.



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