Nyota, più di un progetto
Nyota, in swahili, significa Stella. E Nyota è uno dei tanti bambini ammalati di epilessia che vengono curati nella parrocchia di San Francesco Saverio a Goma, in Congo RD. Il laicato saveriano fra il 2003 e il 2008 era presente con me e mio marito Paolo Volta di Parma. Mi occupavo di un piccolo foyer nel villaggio di Mugunga, alla periferia della città, dove abitava l'etnia pigmea. Paolo, invece, lavorava al Centro di salute mentale come medico psichiatra. È stato proprio in quel periodo che è nato il progetto Nyota, perché si presentavano al Centro molti bambini ammalati di epilessia. Al rientro in Italia, il laicato saveriano ha continuato a prendersi cura dei bambini, aprendo in parrocchia un piccolo ambulatorio, dove oggi sono curate quasi 200 persone. Il laicato sostiene il progetto Nyota, acquistando i farmaci necessari, pagando lo stipendio dell’infermiera Yoaly e dando un contributo a due operatori che si recano nei quartieri della città e invitano i malati ad andare nell'ambulatorio della parrocchia. Il valore aggiunto del progetto è che il Laicato saveriano importa tanti oggetti di artigianato congolese, realizzati da Daniel e Echa, due bravi sarti che lavorano presso l'atelier della parrocchia e che suor Sifa, delle Piccole figlie, gestisce.
Con il ricavato della vendita, siamo sempre riusciti a sostenere le spese necessarie al proseguimento del progetto. Gli oggetti sono vari: borse, beauty, porta-cellulari, bamboline, collane, bomboniere per matrimoni... Sono tanti gli amici che acquistano qui in Italia. Gli obiettivi che ci siamo dati sono duplici: curare le persone malate di epilessia, dare lavoro a sarti congolesi, offrire oggetti realizzati con cura e con uno stile tipicamente africano.