Non uccidiamo ancora Santa Lucia
Un giorno, ho trovato un libro dal titolo “La vera storia di S. Lucia”. Gli ho dato un’occhiata per curiosità. Ma poi mi sono lasciato coinvolgere e l’ho letto tutto d’un fiato. Era un libro per bambini ma la storia di S. Lucia può aiutare anche gli adulti a capire molte cose.
La prima constatazione è stata la gioia di questa santa nell’accogliere Gesù nella sua vita, nonostante il suo ambiente fosse pagano. Lucia, infatti, vive durante le persecuzioni degli imperatori romani. Lei, figlia di una ricca famiglia siracusana, ebbe il coraggio di donare le sue ricchezze ai poveri per seguire Gesù. Lo ha fatto fino ad accettare il martirio durante il quale le strapparono gli occhi. La storia di questa santa ci insegna qualcosa. Ma anche la tradizione l’ha resa importante. Santa Lucia è diventata, infatti, colei che porta i regali ai bambini. Mi fa ricordare la Colombia: era sufficiente qualche caramella per accendere un sorriso sul volto imbronciato di un bambino.
La tradizione di Santa Lucia è stata travolta, forse, dal consumismo. Genitori, nonni e parenti, a volte si dimenticano di essere educatori e si fanno prendere dalla frenesia di donare, come se fossero solo i giocattoli a riempiere il cuore dei loro piccoli. Racconti, gesti di bontà e di amore, certe parole segneranno per sempre la loro vita e resteranno più di un oggetto. Santa Lucia vuole dare ai bambini la vera gioia di sentirsi amati e di credere in un soprannaturale che continuerà, se sapranno, una volta cresciuti, essere capaci di amore e condivisione con chi ha meno possibilità.
Coraggio, non uccidiamo di nuovo Santa Lucia dimenticandoci di chi vive accanto a noi e lontano da noi. La gioia va condivisa e il pane dell’amicizia, della solidarietà e della vicinanza, va spezzato con tutti!