Non abbiate paura, Io sono con voi!
Insieme a tutta la chiesa stiamo celebrando e rivivendo il mistero della morte e della risurrezione del Signore, per alimentare la nostra speranza la quale - ha detto il Papa ai presbiteri di Roma - non consiste nel “convincerci che le cose andranno meglio, ma che tutto ciò che accade ha un senso alla luce della Pasqua”.
Quest’anno, la nostra speranza è messa alla prova con la crisi del coronavirus che ci tiene con il fiato sospeso. In molte località, le chiese sono state chiuse. Forse così abbiamo capito che l’Eucaristia è davvero un dono, il pane del cammino cristiano. La paura del contagio, così diffusa, ricorda quella dei discepoli durante i giorni della passione di Gesù. Per paura, essi l’abbandonano, lasciandolo solo. Dopo la sua morte in croce, si chiudono in casa “per paura dei giudei”. Ma il Signore risorto viene a liberarli.
La crisi del coronavirus, come la passione del Signore per i discepoli, ci ha fatto chiudere in casa, e ci ha fatto soprattutto ripiegare su noi stessi, preoccupati per quello che ci poteva succedere. È normale sentire paura. E tuttavia questa crisi è venuta a riportarci alla nostra verità. Ci ha fatto sentire piccoli davanti all’imponderabile. Noi crediamo di essere padroni della nostra vita e della nostra storia e dimentichiamo di essere creature che rispondono al loro Creatore. La scienza e la tecnica pretendono di risolvere ogni problema e nulla sembra impossibile alla capacità umana… Ma alla fine ci basta un virus, un essere quasi invisibile per metterci, come si dice, a piedi, incapaci anche di prevedere quando potremo riprendere i normali ritmi della nostra vita. Ci siamo scoperti poveri, fragili e vulnerabili.
Senza cadere in forme di cinismo senza cuore, fa bene, ogni tanto, toccare con mano quei limiti che ci appartengono e condizionano, fino a scoraggiarci. Anche i discepoli non capivano, quando il Signore annunciava loro la sua passione e diceva loro: “È bene per voi che io me ne vada”. Non capivano o non volevano capire, chiusi nelle loro vane certezze. Solo il Risorto, con il dono dello Spirito, apre le porte della paura e li fa uscire per la missione: “Pace a voi. Come il Padre ha mandato me, così io mando voi”. E anche alle donne che lo incontrano la mattina di Pasqua dice: “Non temete!”.
Questo è il messaggio che il Signore affida anche a noi in questa Pasqua. Ci invita a non aver paura di riconoscere la nostra fragilità e povertà, a non temerle, a non scoraggiarci quando le cose non vanno come desidereremmo. Nulla ci succede che Dio non lo sappia. Egli sta accanto a noi sempre, come ci ha promesso: “Ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del tempo”. Chi ci potrà separare da Lui e dal suo amore?
Questo è il nostro augurio per la Pasqua di quest’anno: che riusciamo a capire - meglio a vedere e a renderci conto - che il Signore Gesù non ci ha abbandonato, ma che è vivo tra noi e che, se l’ascoltiamo, ci riscalderà il cuore e ci farà vivere davvero “felici come una Pasqua”! Auguri, amici.