Mons. Debernardi a Dorì, in Burkina Faso
Dal 1° febbraio, il vescovo emerito di Pinerolo, mons. Pier Giorgio Debernardi è in Burkina Faso per mettersi a servizio della diocesi di Dorì. Mercoledì 14 febbraio ha presieduto il rito delle ceneri nella cattedrale gremita di fedeli (dentro e fuori). Il giorno successivo, con il diacono Rocco Nastasi che lo ha accompagnato, e con il direttore della Caritas locale, p. Roger, ha visitato il campo dei profughi provenienti dal Mali, una nazione in guerra.
“Il campo è situato sulla strada polverosa che porta a Gorom Gorom” - spiega monsignor Debernardi. “All’interno del campo abbiamo toccato con mano la polvere della povertà e della miseria e le ceneri che la guerra produce con la sua ferocia. I profughi sono circa settemila all’interno del campo e circa ottomila all’esterno. È importante non dimenticare il dramma di questa gente in questo Paese tra i più poveri del mondo. La miseria è anche questa: c’è tanta polvere, manca la vegetazione e soprattutto l’acqua. C’è però una ricchezza: i burkinabe locali hanno accolto con molta amicizia i loro fratelli del Mali. Le fotografie che vi abbiamo inviato non devono servire soltanto a suscitare compassione, ma generare gesti di autentica solidarietà e fraternità.
Vi invito a investire nell’amore che genera solidarietà. La povertà nel mondo ha uno spessore incalcolabile. I dati che ci offrono le statistiche, sono sempre inadeguati a dire, con verità, la reale situazione in cui versano tante popolazioni. Il Burkina Faso è il terzo stato più povero al mondo. Manca l’acqua, la vegetazione stenta a crescere soprattutto al nord, dove avanza la desertificazione. L’agricoltura praticata su terreni aridi è insufficiente a soddisfare il fabbisogno interno”.
Questa difficile situazione è confermata dal diacono Rocco Nastasi che lunedì 19 febbraio è rientrato in Italia e ha recapitato alla nostra redazione un biglietto firmato proprio da mons. Pier Giorgio: “Grazie per il vostro lavoro, per la vostra attenzione ai problemi sociali e alla povertà del mondo. Grazie anche per la speciale attenzione all’Africa: Congo, Centrafricana, Burkina…”.
Insieme al biglietto, c’era un dono simbolico spiegato così: “Vi lascio come ricordo due pantoufles, come segno che dobbiamo camminare insieme. Me le ha donate il grand Imam di Dorì. Qui nel Sahel il dialogo interreligioso è di capitale importanza”.
da Vita Diocesana Pinerolese