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Maria in Am. Latina: ''Círio de Nazaré'', la festa della fede

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Nella grande città di Belém, sulle rive del fiume Guajará e vicina alle foci dell'immenso rio degli Amazzoni, puntualmente alle sei del mattino e alle sette di sera è un continuo scoppiare di mortaretti e fuochi d'artificio. Come ogni anno in questo periodo, Belém è in festa: la più attesa dell'anno per tutta la gente d'Amazzonia. È nota con il nome di "Círio de Nazaré" - Cero di Nazareth.

Una folla immensa di devoti

È la devozione alla Vergine di Nazareth, una delle più grandi e più tradizionali feste religiose del Brasile. È celebrata ogni anno nella seconda domenica di ottobre. A ottobre 2010 sarà la 218.ma volta che si compie. La prima si svolse nel 1793, ottenuta l'autorizzazione del Vaticano.

La parola "círio" significa "grande cero". La processione, in effetti, all'inizio era notturna e bisognava portare con sé delle grosse candele. Dal 1854 la processione si svolge di giorno, al mattino, anche perché a quest'ora i forti temporali stagionali sono meno frequenti.

Belém, capitale del Pará, conta oggi più di un milione e mezzo di abitanti. Ma generalmente partecipano alla processione più di due milioni di devoti, provenienti da tutta l'Amazzonia. Nostra Signora di Nazareth è infatti onorata come "Regina dell'Amazzonia".

La statuetta ''disobbediente''

La devozione ha origini secolari. La tradizione racconta che, verso il 1700, Placido José de Souza, un contadino di sangue indio-portoghese, camminando nella zona dove sorge l'attuale basilica, trovò una piccola statua raffigurante una giovane Donna con, sul braccio destro, il Bambino dall'apparente età di due anni. La statuina, alta 28 cm. e intagliata nel legno, è la riproduzione di un'altra più antica, che è venerata in Portogallo.

Trovata tra pietre e fango, la statuina era molto deteriorata. Il buon Placido se la portò a casa e vi fece un altarino per la devozione famigliare ma, secondo la tradizione, la statuina tornò in modo inspiegabile sul luogo del suo ritrovamento. Questo fatto si ripeté più volte e fu interpretato come un segnale proveniente dal cielo. Da qui l'idea di costruire sul posto una piccola cappella, come primo luogo di devozione.

La notizia dell'evento si divulgò nella regione e la gente iniziò ad accorrere alla cappella per pregare davanti alla statuina della Madonna. Il culto raggiunse tali proporzioni che il governatore dell'epoca decise di trasferire la statuina nella cappella del suo palazzo. Tenuta sotto sorveglianza dalla sua guardia militare, la statua scomparve di nuovo, per essere ritrovata al suo vero posto: nella nicchia della cappellina.

Pian piano la devozione ebbe il riconoscimento ecclesiale. Nel 1792 il vescovo di Belém mise tutta la città sotto la protezione della Vergine di Nazaré e, nell'anno seguente, inviò la piccola statua lignea in Portogallo per essere completamente restaurata. Al ritorno in Belém, in ottobre del 1793, la Signora di Nazaré fu accolta al porto con grande giubilo di popolo e trasportata al santuario. Questo fu considerato il primo "Círio". Numerose sono le "grazie" attribuite all'intercessione della Vergine di Nazaré.

A piedi, in barca e... con le moto

Ai nostri tempi la manifestazione ha assunto un misto di religioso e di profano, protraendosi per 15 giorni, chiamati "Stagione Nazarena". Si svolge sempre con processioni anche nei centri abitati vicini a Belém, come ad Ananindeua, dove lavorano i missionari saveriani. La statua è collocata su una vettura aperta, affinché Nostra Signora sia visibile a tutti e riceva gesti di affetto e di venerazione.

Dal 1986 si percorre anche un pellegrinaggio fluviale (Círio das Aquas") di dieci miglia, affinché la Vergine possa ricevere l'omaggio dei pescatori e di quanti vivono ai bordi del fiume. Recentemente si è aggiunta anche una processione motoristica: migliaia di centauri accompagnano, tra lo stridore di mille clacson, la statuetta per le grandi vie della città.

La grande processione della seconda domenica di ottobre dura circa quattro ore, percorrendo una distanza di tre chilometri, tra la cattedrale e la basilica di Nazaré. Lungo il percorso, la folla assiste al passaggio della Vergine e da tutte le finestre delle case la gente getta coriandoli e palloncini, fiori e ghirlande di ogni tipo e colore. Tra canti e preghiere, il "Círio" è un emozionante spettacolo di fede.

Il mantello e la corda

Tra i simboli espressivi della festa si notano "il mantello" della Vergine e "la corda". Il mantello è cambiato a ogni processione e ha sempre una caratteristica mistica, che rimanda ai vangeli. Confezionati con materiale prezioso da alcune religiose e, ultimamente, da allieve scelte tra le studentesse del collegio "Gentil Bittencourt", i mantelli sono veri pezzi d'arte. I loro costi sono sostenuti da donazioni anonime. La corda, 5 cm di diametro, lunga 400 metri e pesante 700 chili, richiede forza e sacrificio. Inizialmente pensata per trainare il carro che sosteneva la statuina, è poi divenuto lo strumento che tiene separata la folla dalle persone che spingono il carro. Essa si snoda a forma di un cerchio e ricorda la corona del Rosario. È il simbolo che lega la folla dei devoti a Maria, ma anche la cintura che protegge la statuetta dalla folla. Attaccarsi alla corda è un privilegio, ma anche una... lotta!

Tra la folla si distinguono coloro che hanno ricevuto una grazia o che la chiedono: questi portano, alzandoli verso l'alto, gli oggetti che raffigurano la grazia ricevuta o ricercata: la miniatura di una casa, di una barca, arti del corpo umano in cera o bambole per chiedere la fertilità...

Dopo quindici giorni di quotidiane celebrazioni religiose (ma anche di manifestazioni profane e divertimenti nel parco giochi accanto alla basilica, con i luoghi di ristoro affollati), le feste si concludono con il "Recírio", la processione che riporta le statue della Vergine di Nazaré al loro posto: la statua autentica torna nella nicchia sopra l'altar maggiore della basilica; la copia, che è servita per le varie manifestazioni, rientra nel grande collegio "Gentil Bittencourt", non lontano dalla basilica.



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