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La vita è ripresa quasi come prima

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Dopo i lunghi mesi del coronavirus è arrivata finalmente l’ora della ripartenza. Appena i decreti ministeriali ce l’hanno permesso, e senza forzare troppo, con tutte le precauzioni richieste, abbiamo ripreso a celebrare l’Eucaristia nei giorni feriali, il 18 maggio. Qualche persona, vincendo la comprensibile paura, ha ritrovato la strada della nostra chiesa di Sant’Anna.

Ma è stato la domenica seguente, festa dell’Ascensione, che abbiamo ripreso a celebrare secondo l’orario consueto. La prima Messa delle 7.30 ha visto una ancora timida partecipazione che si è rinforzata nell’Eucaristia delle 9, celebrata all’aperto sotto i cedri del nostro parco. In questo modo, abbiamo continuato nelle domeniche seguenti, quando la meteorologia ce l’ha permesso. Il 7 giugno abbiamo accolto il primo gruppo, un gruppo di famiglie (“Missione in famiglia”), che si raduna da anni qui da noi. Quel giorno, purtroppo, pioveva e allora abbiamo usato come cappella il salone dell’ultimo piano. Erano 46 persone, fuori pioveva, ma la gioia si leggeva negli occhi di tutti: finalmente potevano ritrovarci dopo i mesi del lockdown e celebrare insieme i misteri della nostra fede. È stata una celebrazione commovente.

Altrettanto commovente è stato l’incontro delle stesse famiglie domenica 28 giugno, questa volta nel parco davanti alla statua della Madonna: gli abeti e i cedri sembravano le colonne di una splendida cattedrale, trasformatasi poi in una gioiosa convivenza nel parco, piena di giochi e voci dei bambini e delle conversazioni degli adulti attorno alla mensa. Così, è ripreso il via vai dei gruppi che, domenica dopo domenica, saranno ospiti della nostra casa di Tavernerio come prima del coronavirus. Dopo le famiglie, è stato il turno di un gruppo di religiose che hanno partecipato al corso di esercizi spirituali da me predicati, poi un gruppo di laici (la “Koinonia”).

Insomma, la vita è ripresa e la nostra Casa non è più grande e vuota come in questi mesi passati, quando faceva impressione come una famiglia senza figli: bella la casa, belle le persone, bello tutto, ma senza vita, senza futuro. Ora quell’impressione è stata fugata e sembra di rinascere. I saveriani sono ormai chiamati per il ministero nelle parrocchie attorno a noi. Poter ritornare a celebrare per le comunità cristiane ci fa sentire utili e ci permette di uscire dalla nostra casa, di “andare”, questo è il verbo della missione (“Andate in tutto il mondo…”) e di rispondere alle attese e alle domande della gente.

È facile rendersi conto che molta gente ha ancora paura e si fa domande molto impegnative sul motivo di questa crisi. Lo spavento provocato dal Covid-19, nemico sconosciuto e invisibile, spavento ingigantito dall’isolamento e dal bombardamento delle notizie televisive, è ancora presente e per molti non è facile da superare. Anche noi saveriani l’abbiamo sentito e sofferto sulla nostra pelle e nella nostra famiglia missionaria… Per questo, comprendiamo che per molti sia difficile riprendere la vita normale e la strada della chiesa parrocchiale. Non li giudichiamo e meno ancora li biasimiamo. Riprendendo noi però la vita normale, speriamo che anche altri possano farlo e possano, poco a poco, unirsi a noi nella vita cristiana di tutti i giorni. 

Vi scriviamo queste cose per esprimervi la gioia di sentirci fuori dalla stagione della reclusione e nuovamente al servizio del popolo santo di Dio, come ama dire papa Francesco. Guardando indietro, ci rendiamo conto che questo tempo di silenzio e di apparente inutilità non è stato senza senso, anzi esso pure è stato parte di un insieme, come i tempi e le battute di silenzio in una sinfonia fanno parte della musica. Ora, la sinfonia è ripresa e anche voi tutti siete invitati a riprendere la strada della nostra casa e della nostra comunità. Partecipate alla nostra attività di aiuto alle parrocchie e alle missioni affidate ai nostri confratelli che noi qui rendiamo presenti alla vostra preghiera e generosità. Nello steso tempo noi guardiamo avanti in attesa di poter celebrare ancora la festa degli amici, come è consuetudine consolidata negli anni. Appena sarà possibile, ve lo faremo sapere.



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