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Voglio rendere omaggio a Mamá Chantal (“Mamá” è un termine colloquiale in Camerun, che esprime affetto e riconoscenza). È poco più di un anno che la conosco, ed è una donna incredibile. Sposa, madre di famiglia, è stata ripudiata dal marito quando una delle figlie nacque con problemi di disabilità mentale. Come se la causa fosse lei.

Da quattro anni, aiutata da persone di buona volontà, ha messo su qui a Bafoussam (Camerun) un piccolo “focolare” con la figlia disabile, a cui si sono unite altre ragazze con diverso grado di disabilità psichica e fisica. Oggi sono dodici gli ospiti che Mamá Chantal accoglie nel suo focolare. Provengono da situazioni estremamente difficili: c’è chi è stato abbandonato, chi viveva rinchiuso in casa, chi ha perso i genitori, chi...

Con lei c’è anche Benoît, un giovane che condivide la stessa passione di accogliere e accompagnare questi “tesori del cielo”. Recentemente, si sono aggiunti anche Lot e Sara, che danno un grande aiuto e sostegno, frequentando il focolare alcune ore al giorno.

Sara sta completando gli studi di chinesioterapia ed educazione speciale. Non c’è dubbio che la sua presenza sia una benedizione di Dio: con lei, i piccoli stanno facendo un grande progresso.

Mamá Chantal, Benoît, Sara e Lot si occupano di tutto e provvedono a tutto: alzarli, pulirli, lavare la biancheria, preparare i pasti, rieducazione e riabilitazione, accompagnarli nel tempo libero, passare le notti, andare al mercato, comprare le medicine... Ci sono anche altre persone che vengono puntualmente, come l’infermiere.

E non solo questo. Quattro giorni la settimana al mattino, Mamá Chantal si mette in cammino per visitare a domicilio un gruppo di ragazze con disabilità psichica, che rimangono nelle proprie famiglie e hanno bisogno di accompagnamento.

Con cosa si sostiene il focolare? La casa è stata donata da una signora; alle famiglie viene richiesta una collaborazione; il resto viene da tante persone di buona volontà. Mamá Chantal sorride, parla dei piccoli e li tratta come fossero suoi figli.

È una mamma per ciascuno di loro. Ha una fiducia illimitata in Dio. È questa l’origine della forza che l’accompagna.

Come lei, in tanti angoli del mondo, tante altre donne e madri che in modo anonimo costruiscono un mondo più umano, più tenero, più misericordioso... A tutte loro la nostra riconoscenza senza limiti. Grazie a voi, il mondo è più bello!

“Adesso posso lavorare in pace!”

Claudio, padre di famiglia con cinque figli, ha fatto la promessa di osservare il digiuno quaresimale. Lavora in un’officina di saldatura in periferia di Bafoussam, in Camerun. Sta imparando e se la cava abbastanza bene. Non c’è molto lavoro; tira avanti con quel poco che riesce a guadagnare. L’ho conosciuto la prima volta un giorno, al termine della Messa. Da allora, ogni tanto viene a trovarmi, oppure chiama per telefono.

Mercoledì scorso è venuto presto al mattino, mentre andava al lavoro. “Devo dirti una cosa che mi è capitata e che non mi lascia in pace”, mi ha detto. Ci siamo seduti e ha aperto il suo cuore. Si sentiva male - mi confessa - perché si era permesso di parlar male di una persona. Sentiva un senso di colpa, ancor più “perché l’ho fatto proprio in quaresima!”. Nel parlarmene, si era sentito alleggerito e mi dice sorridendo: “Adesso posso andare a lavorare in santa pace!”.

Sono rimanso a bocca aperta. Un pover’uomo, padre di famiglia con cinque figli, con una situazione economica precaria, si sente male perché ha criticato una persona alle spalle, e lo ha fatto in tempo di quaresima! Nel mio cuore ho detto: “Signore, dammi almeno la stessa sensibilità verso il male come quella di Claudio”.

Questo amico sta vivendo seriamente la santità evangelica.



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