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La preparazione: L’accoglienza e il ''mandato''

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Hortolandia è una grande missione brasiliana nello stato di San Paolo. Oltre alla parrocchia con le sue varie comunità sparse sul vasto territorio, i saveriani hanno anche il noviziato. Qui hanno chiesto e trovato ospitalità i giovani di Como, Lodi e Vigevano, accompagnati dai loro sacerdoti, per conoscere l'esperienza missionaria prima di partecipare alla GMG di Rio.

Una ricchezza dietro l'altra

  • don EMANUELE CORTI

Cari amici saveriani, l'accoglienza che noi di Como, Lodi e Vigevano abbiamo ricevuto da voi a Hortolandia è stata carica di tenerezza e attenzioni. Grazie di cuore per tutto il lavoro svolto e per averci fatto respirare un vero clima di famiglia! Ci siamo sentiti a casa, benvoluti. Anche il programma pensato è stato molto apprezzato dai giovani; la condivisione dell'ultimo giorno era carica delle emozioni e degli interrogativi, sorti grazie all'esperienza di fede, di comunità e di carità vissuta. Abbiamo sperimentato davvero una chiesa povo de Deus - popolo di Dio!

A Rio poi siamo stati ospitati in una favela. Esperienza grandiosa! Abbiamo vissuto un po' di quella sana fatica che la Gmg ci offre per riflettere, rivedere le comodità, sperimentarsi in uno stile più sobrio. Anche lì la gente, pur non avendo granché, ci ha dato tutto, aprendo le case per fare le docce, accompagnandoci per i quartieri di Rio, pregando assieme a noi.

I giovani hanno "retto" bene, nonostante le fatiche oggettive, senza lamentarsi troppo, cercando di leggere gli aspetti più evidenti e quelli più nascosti. A sostegno ci sono stati gli incontri, le catechesi, le celebrazioni, le parole del Papa!

Abbiamo concluso con alcuni giorni un po' più turistici per tirare il fiato e visitare Rio. Credo siano stati altri momenti importanti per portare a casa la ricchezza di questa Gmg.


Culture diverse nell'unica fede

  • p. ALFIERO CERESOLI, sx

Lo stadio era strapieno. Un palasport di seimila posti e molti giovani in piedi. C'era l'arcivescovo mons. Airton José con altri vescovi venuti da diverse parti del mondo a dare il mandato ai giovani in partenza per Rio. Uno spettacolo inedito: una ventina di culture, quasi venti lingue differenti, nazioni e continenti diversi. Le bandiere si moltiplicavano sventolando una accanto all'altra: Corea del sud e Cile, Francia e Perù, Haiti e Canada, Italia e Venezuela...

Un saveriano come me non poteva che ricordare con gioia la profezia del fondatore san Guido Conforti: "Tutti i popoli si avvicinano, si accostano, si abbracciano, in quella carità che il Salvatore venne ad accendere sulla terra. Vengono a comporre una sola famiglia di cui il Cristo ne è il capo, un solo ovile, di cui egli è il pastore, comunque distinti per favella, per razza, per colore, unanimi nella credenza dell'intelletto e nei sentimenti del cuore" (Parma, 15 maggio 1892).

E davvero i giovani si abbracciavano come fratelli e sorelle che s'incontrano dopo parecchio tempo. Le barriere erano cadute e, pur diversi per "favella, razza e colore", erano uniti dalla stessa fede in Gesù Cristo e dagli stessi sentimenti di simpatia e amore per gli altri.

Ne sono uscito rafforzato nella mia vocazione missionaria ricordando un'altra parola di san Guido Conforti: "Il missionario è il simbolo più bello, l'apostolo più convinto e ardente di questa fratellanza universale, a cui tende l'umanità istintivamente e per la forza degli eventi, cooperando quasi inconsciamente all'attuazione del disegno grandioso di Cristo, che ha predetto che di tutti gli uomini dovrà formarsi una sola famiglia un solo ovile e un solo pastore" (Parma, 27 settembre 1931).

Dobbiamo e vogliamo cooperare, quindi, perché questo spettacolo diventi segno e profezia di un'umanità, famiglia di tutte le genti.


Cantavo, parlavo e lodavo Dio!

  • CLAUDIA e FAMIGLIA

Il giovane thailandese Premchai Yopa è stato ospite in casa nostra, a São Caetano do Sul, nello stato di San Paolo. Non parliamo la stessa lingua, ma l'interazione è stata grande: Dio ha fatto sì che ci intendessimo! È stato uno scambio di amore fraterno, tanto grande da esplodere per la felicità. È stato come se egli facesse già parte della nostra vita.

Premchai era come un bambino in fase di alfabetizzazione, con tanto interesse ad apprendere tutto ciò che gli capitava davanti, abbastanza per dirci quanto era riconoscente. In verità, siamo stati noi a gradire la sua presenza. All'arrivo, il vortice di aspettative, che si è sciolto come in un gioco, è stato appassionante. Alla partenza, solo nostalgia!

La fine del soggiorno nella nostra casa ha coinciso con l'inizio della Gmg. La celebrazione della partenza mi ha lasciato toccata dall'amore di Dio. Non riuscivo a contenere le lacrime durante la celebrazione: cantavo, parlavo e lodavo Dio con un unico sentimento di devozione che univa tutti noi all'amore di Gesù: una grande esperienza!



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