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La missione salva la chiesa, ...al servizio dell'umanità

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I mesi scorsi sono stati mesi di immensa sofferenza per la chiesa: lo scandalo della pedofilia, i sospetti sulle implicazioni affaristiche di uomini di chiesa con le "cricche"..., non sono che gli ultimi fatti che hanno provocato in molti cristiani un disagio che sfiora la sfiducia e potrebbe far perdere alla chiesa molto della sua credibilità.

2010 8 CoverCerti mass media non hanno mancato lo scoop contribuendo ad aumentare la confusione. Non è il caso di lasciarci prendere dal panico o di pensare che la chiesa sia in declino o, come certi dicono, sia ormai alla fine. Siamo sicuri che Dio non permetterà alla sua chiesa di affondare.

Da parte di certi uomini di chiesa si sono viste e udite delle reazioni improprie, come se la chiesa fosse oggetto di un attacco da parte delle "forze del male"; e quindi maldestri tentativi di difesa ad oltranza che finivano per dimenticare la sofferenza delle vittime; oppure di auto - consolazione, dato che... queste cose capitano anche fuori della chiesa.

Occorre una riforma spirituale

Bene ha fatto invece il papa a chiedere, con molta energia, di fare chiarezza permettendo alla giustizia di fare il suo corso nei confronti dei responsabili. Benedetto XVI, dietro il volto mite e gentile, ha mostrato un'insospettata forza d'animo e un grande coraggio, non permettendo che "si lavassero i panni in casa", ma chiedendo alla chiesa di fare auto - critica e di intraprendere un'urgente "riforma spirituale" per uscire da questa pesante emergenza.

Questo è un momento di crisi e, come tale, porta con sé un aspetto di fatica e di difficoltà, ma anche una sfida: quella di ritrovare la verità della chiesa. Il vero rischio per la chiesa oggi non sta nel danno di immagine o nei danni economici che la possono colpire, con la prevedibile diminuzione dell'8 per mille o delle altre offerte, ma nel perdere l'occasione per una coraggiosa ripresa della vita ecclesiale delle comunità, e per una rinnovata consapevolezza della loro vocazione e missione di popolo di Dio, corpo di Cristo e sacramento universale di salvezza.

Popolo di poveri peccatori

"Noi siamo il popolo di Dio", afferma il concilio Vaticano II. Un popolo che si trova in mezzo al mondo e immerso nella storia, sottoposto alle stesse fatiche del mondo, che subisce gli urti e i contraccolpi della storia. Un popolo di peccatori, che tuttavia Dio ama, e che è chiamato a essere un segno e un richiamo per raccogliere i popoli della terra nell'unica famiglia di Dio.

La nostra responsabilità in questo momento difficile è accresciuta. Siamo chiamati a essere il segno e il luogo di quella comunione fraterna che è la chiesa, la famiglia di Dio aperta a tutti. In essa non c'è spazio per logiche di potere. E nessuno, neppure i ministri ordinati, è autorizzato a farla da padrone sugli altri, meno che meno sui più deboli, e ancor meno sulle eventuali vittime.

Siamo un popolo al servizio dell'umanità. Un popolo di pellegrini che hanno come orizzonte il regno di Dio, una realtà che non raggiungeremo pienamente qui sulla terra, ma che già ora spunta ovunque noi viviamo e lavoriamo per la comunione e la verità, per la giustizia e la pace, per il rispetto delle persone. Il popolo di Dio non ha bisogno di accumulare potere o denaro per sentirsi al sicuro.

Gli basta Dio, perché è un popolo di poveri amati da Dio. La chiesa dovrà tornare ad essere "chiesa dei poveri".

Popolo missionario di Dio

E chissà che non sia la volta buona per realizzare meglio la dottrina del concilio secondo lo spirito del vangelo. La chiesa riscopra ancora una volta la sua profonda natura di popolo missionario e ritroverà la sua verità. Apra le sue porte, si guardi attorno e sentirà di nuovo la gioia di essere inviata al mondo, la gioia della missione: non il dovere, ma il privilegio di essere missionaria.

Riesca di nuovo la chiesa a guardare con amore coloro che non sono dei "nostri", che non frequentano più la comunità o l'hanno silenziosamente abbandonata, perché non rispondeva più alle loro attese o se ne sentivano esclusi. Riesca a dialogare con coloro che cercano - senza conoscerlo - il Dio della misericordia e della tenerezza, della giustizia e della pace, della speranza e del futuro: in una parola, il Dio di Gesù Cristo.

A tutti noi, suoi discepoli e discepole, incombe questa missione. Perché la chiesa esiste per la missione e solo quando sarà missionaria, si rinnoverà e ringiovanirà.



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