La missione ad alta voce
Una chiara testimonianza a Cristo
Qualche giorno fa ho incontrato un vescovo italiano, noto per il suo impegno per fare della sua una diocesi missionaria, e che ci vuole molto bene. Mi faceva notare, con molta discrezione, che noi missionari dovremmo offrire una testimonianza più visibile del perché siamo missionari, del perché partiamo per la missione e del perché siamo qui in Italia, aiutando le comunità cristiane a comprendere che tutto quello facciamo e diciamo, ha come unica ragione Dio.
È per amore del Signore Gesù.
L'esempio di Francesco Saverio
Quest’osservazione mi ha fatto ricordare una frase di san Francesco Saverio in una lettera, scritta dal Mozambico il 1 gennaio 1542 ai suoi confratelli di Roma, in una sosta forzata del viaggio verso l’India: “E’ per noi una non piccola consolazione che il signor governatore e tutti i nobili che viaggiano con questa flotta siano informati che i nostri desideri sono molto distanti da qualsiasi vantaggio umano, ma soltanto propter Deum - a causa di Dio. Infatti i disagi erano di tale natura che per tutto il mondo, io non mi ci esporrei per un solo giorno”.
Francesco Saverio desidera che tutti sappiano che egli e i suoi due compagni affrontano le gravi fatiche e i disagi del viaggio solo ed esclusivamente per amore di Dio, per far conoscere Gesù Cristo, Salvatore di tutti, anche dei non-cristiani dell’Oriente. La sua è una chiara testimonianza della sua fede e della sua carità apostolica. Tutto il resto viene di conseguenza.
Solo per il Signore
Noi missionari saveriani, ci stiamo preparando per il Capitolo generale del nostro istituto, che si celebrerà nella prossima estate. Rifletteremo sulle ragioni della nostra vita e sulla spiritualità che la guida, e prenderemo alcuni orientamenti operativi che ci guideranno per i prossimi anni.
Sarà bene che anche noi ricordiamo a noi stessi e diciamo ad alta voce che la nostra vita è spesa solo per il Signore; che noi siamo alla ricerca del regno di Dio, già seminato nel mondo; che questo regno è come un tesoro nascosto nel campo, o una pietra preziosa confusa in mezzo a tante altre che sembrano esserlo, e magari non lo sono.
Insieme a chi cerca, senza sapere che...
Il regno di Dio, la presenza di Dio nella storia, è già una realtà presente. Non siamo noi che lo portiamo. A noi tocca solo di cercarlo e promuoverlo, insieme a quelli che cercano il bene e non sanno che esso viene dal Dio di Gesù Cristo; insieme a quelli che cercano la giustizia, senza sapere che essa è di Dio e che cercando la giustizia cercano Dio; insieme a quelli che vogliono la pace e la riconciliazione e che praticano la carità senza conoscerne la sorgente.
La missione affidata a noi saveriani, come ad ogni missionario, è quella di andare a dire ai non cristiani (ma anche ai cristiani che lo dimenticano!) che quello che soffrono e fanno trova la sua spiegazione e il suo significato nella conoscenza del Signore Gesù, venuto tra noi per rivelarci il volto di Colui che è la sorgente del bene, della giustizia e della pace, dell’amore e della libertà; Colui che vuole che il mondo penga una sola famiglia di fratelli e sorelle. Il missionario non è un militante e, meno ancora, un propagandista del Regno, ma il testimone della nuova creazione in cui Dio è impegnato in prima persona e alla quale ci ha chiamati a collaborare.
Il volto di Gesù missionario
Noi ne siamo convinti. Ma qualche volta dimentichiamo di dirlo ad alta voce, come osservava quel vescovo. Lo ha ricordato anche il papa a Verona: attraverso la nostra testimonianza, che è fatta di carità e di servizio, di celebrazione e di ascolto, di proclamazione della Parola di Dio, deve “emergere quel grande sì che in Gesù Cristo Dio ha detto all’uomo e alla sua vita, all’amore umano, alla nostra libertà, e alla nostra intelligenza; [si deve vedere] come la fede nel Dio dal volto umano porti la gioia nel mondo”.
Nel volto del missionario si dovranno sempre vedere i tratti del volto di Gesù, che si occupa "a causa di Dio" dell’uomo e del mondo. Tutto il resto verrà come logica conseguenza. Forse sarà questo il modo di far nascere nel cuore di qualche giovane il desiderio di seguire Gesù sulla stessa strada che per noi è fonte di impegno e, qualche volta, anche di fatica e di sofferenza, ma anche sempre, e soprattutto, di grande consolazione e gioia.