La mano non ignora la bocca…
Donne-madri che cantano quando lavorano, chiacchierano quando ritornano con il contenitore per l’acqua in testa, sorridono anche se sono stanche la sera e dolcemente rimproverano il marito, quando non porta i soldi a casa. Donne che sognano un mondo migliore e che sospirano e pregano Dio, quando la povertà bussa alla loro porta. Donne che danzano per esprimere la loro gioia di stare insieme e per ringraziare Dio nel giorno del Signore…
In un villaggio, l’arrivo di uno straniero (ancor più è un mzungu, un bianco) suscita curiosità. Prima arrivano i bambini di corsa per vederti, toccarti e aspettare qualche caramella. Poi arrivano loro, le mamme, con calma (ma già hanno fatto i primi commenti tra loro). Ti sorridono e ti danno il benvenuto. Ti accompagnano alla capanna e ti preparano qualcosa da mangiare. Cominciano le domande e tu devi rispondere. Ma, chissà perché, ti viene spontaneo pensare che sono cose che hai già sentito anni prima da tua mamma. Le mamme sono tutte uguali nel mondo e i loro problemi sono simili. Senti i loro discorsi, le loro preoccupazioni, i loro sogni e vorresti fare tante cose per aiutarle. Ascoltarle è quello che chiedono di più, offrire loro del tempo è ancora meglio.
Lavorano tutto il giorno. Quando le vedevo partire presto al mattino (alle cinque) per andare a lavorare nei campi a chilometri di distanza dalla loro casa, mi facevo tante domande. Chi dà loro la forza di fare tutto questo? C’è un segreto che io chiamo amore, non esiste un’altra risposta.
Sono loro che tengono in piedi la famiglia. Sono le prime ad alzarsi al mattino e le ultime ad andare a riposare la sera. I figli sono il motivo della loro vita. Come dice un proverbio congolese “la mano non ignora la bocca”. Madre e figlio si riconoscono sempre in mezzo alla folla. A volte, mi hanno chiesto come facevo a riconoscere i genitori dei bambini, visto che sono tutti neri. All’inizio era difficile, ma bastava un po’ di pazienza e di attenzione e tutto diventava comprensibile.