La gioia di rinascere
Da cinque anni, sono nella parrocchia di San Francesco Saverio, periferia di Belém. Ora, però, è venuto il momento di cambiare, anche se non so ancora dove andrò precisamente. Dal 2015 al 2020 il Brasile è cambiato molto. Si parla apertamente di crisi a tutti i livelli, di svolta autoritaria e neo-liberale ad oltranza... Uno spiraglio, per noi amazzonici, è stato il Sinodo. Per quanto mi riguarda, dopo i settanta anni, quel che uno riesce a fare è sempre per grazia di Dio. Più che “fare” ormai io preferisco “esserci”, nella vita liturgica, pastorale, missionaria, insieme alla gente. Non nascondo che ho le mie preferenze, come, per esempio, la Lectio divina, che qui si chiama lettura orante della Bibbia. Più in generale preferisco le cose semplici, specialmente nella liturgia, per le persone oneste e trasparenti...
La vita parrocchiale, in una grande città come Belèm, è piuttosto complicata. La gente va dove gli pare e, ultimamente, anche nella chiesa cattolica si è affermato il fenomeno ambiguo dell’esperienza spirituale curativa. Quel che mi sembra positivo è che molte attività e responsabilità sono in mano ai laici, specialmente laiche. Un punto dolente è la difficoltà dell’educazione o conversione ecologica, che sta tanto a cuore a papa Francesco. Questa zona negli ultimi 30 anni è stata occupata da tanta gente, frutto dell’esodo rurale. Sono state buttate tonnellate di rifiuti e di calcinacci per rubare spazio all’acqua, ma si sa, la natura si vendica, per cui, frequentemente, specialmente nella stagione delle piogge, l’acqua del fiume entra nelle case... Il Signore mi dia la gioia di rinascere in un altro posto di questa immensa Amazzonia che, ultimamente, avete imparato a conoscere un po’ di più.