Insieme agli animali
C’era un brusio nell’aria, un parlottare fitto fitto, ma non vedevo nessuno. Eppure, il mio amico mi aveva parlato degli animali. Io non li vedevo. Chissà dove si erano nascosti! A un tratto, noto delle foglie che camminavano impigliate negli aghi di un animale. Era un riccio. Si ferma davanti a me e si presenta: “Mi chiamo Ricci di cognome e Aghetto di nome. E tu chi sei?”. “Salve signor Ricci. Felice di conoscerla”. Mi guarda e mi spiega che nel bosco c’è una sola lingua, quella della natura che tutti parlano e capiscono. A quel punto, arriva saltellando un leprotto. Mi chiede se so cosa significa vivere nella natura, chi l’aveva creata e come conservarla. Rispondo che me lo avevano insegnato, ma a volte mi trovavo solo. “E allora, prova a cantare insieme a noi”, dice un passerotto che mi stava svolazzando davanti al naso. I tre nuovi amici si mettono vicino a me e il passerotto intona la canzone. All’inizio, eravamo solo noi quattro, poi altri rispondono e il coro diveta numeroso.
Tante voci diverse, ma tutte unite per dire che erano felici di stare insieme e volevano comunicarlo a tutti, anche a quelli che, per noia o cattiveria, volevano distruggere il loro e il nostro mondo, dove ognuno aveva un posto per vivere. Stavamo tornando ciascuno alla nostra vita. Anche i miei amici mi facevano capire che avevano tante cose da fare e che io potevo starmene ai piedi della quercia a riflettere su quello che avevo visto e udito. Il passerotto mi lancia il suo ritornello: “Ricordati che si vede bene solo con il cuore. Non dimenticarlo”. E se ne vola via.