In memoria di p. Flaviano Pisani
Il 5 ottobre 1955 arrivava a Zelarino p. Flaviano Pisani, missionario saveriano di origine vicentina. Aveva 27 anni, sacerdote da appena un anno, con tanta voglia di essere veramente missionario e sacerdote anche qui in Italia. Rivelò buone doti amministrative: per nove anni fu economo dell'istituto, che a quel tempo contava più di un centinaio di allievi missionari.
Mattone dopo mattone
Occorrevano cibo e libri, ma anche aule scolastiche e una chiesa dignitosa. Insieme con architetti e impresari, p. Flaviano esaminò progetti e procurò materiale per le costruzioni, che ora formano il "Centro pastorale card. Urbani".
Oggi intonaci e infissi sono moderni, ma tanti mattoni, portati a nuovo dal lavoro degli allievi missionari, provenivano da edifici demoliti che p. Flaviano otteneva gratuitamente. Manodopera e materiale nuovo erano pagati con le raccolte delle giornate missionarie, predicate da lui e dai confratelli nella diocesi di Venezia e dintorni.
Sono centinaia i missionari formati in questa casa. Lo spirito missionario di sacerdoti e allievi saveriani, il sacrificio di innumerevoli benefattori e la testimonianza di p. Aldo Marchiol e p. Ottorino Maule, uccisi in Burundi, ma che qui vissero alcuni anni, ispirino ancora sulle varie attività, specialmente catechistiche e giovanili, che si svolgono in questo centro.
Affetti e fisarmonica
A Zelarino, p. Flaviano è stato specialmente sacerdote missionario nel ministero, fratello e padre per quanti l'hanno incontrato. Spesso, lo trovavi al mattino in parrocchia per la santa Messa, le confessioni e la direzione spirituale. Ha saputo indirizzare varie giovani alla vita consacrata, ma è stato vicino anche a coloro che hanno formato una famiglia.
"Splendido! Animava i gruppi giovanili; nelle feste le giovani gestivano la pesca e i giovani i giochi; poi la sera ci intratteneva con la sua fisarmonica, godendo dei canti e giochi e stando agli scherzi inevitabili di giovani seri, ma anche spensierati". "Amava la natura, i campi al di là della strada, le api e specialmente le persone interessate ai lavori". "Per lui oltre alle occupazioni, c'erano gli affetti". Sono alcune testimonianze raccolte da "nonni" che, pensando a lui, rivivono una serena... seconda giovinezza.
Un cuore misericordioso
Dieci anni in Gran Bretagna, venti anni in Sierra Leone, e poi di nuovo in Italia, p. Flaviano è sempre stato fedele al suo stile di vita. Per gli africani era il gigante buono, come ricorda mons. Biguzzi, suo vescovo di Makeni in Sierra Leone. "Come amministratore delle missioni, egli era responsabile di falegnameria, officina e costruzioni varie. Rimproverava, ma aveva un cuore misericordioso, attento alle necessità di ogni dipendente, anche se lo aveva dovuto rimproverare per qualcosa che non andava".
Nonostante l'epatite, diversi by-pass e altre difficoltà sopraggiunte, non si è mai sottratto al ministero sacerdotale. In particolare, celebrava la domenica per una comunità africana di lingua inglese e si recava più volte alla settimana dalle monache clarisse dell'Immacolata di Creazzo (VI), che apprezzavano la sua predicazione e direzione spirituale.
Ha chiuso la sua vita terrena martedì 24 settembre scorso, a Vicenza. Il suo ricordo rimane in benedizione tra noi.