Il lago calmo…
In Africa ho incontrato il coccodrillo. La prima volta l’hanno portato i pescatori a riva, sulla spiaggia, vicino alla missione di Baraka. Non era molto grande, ma era un po’ scocciato di essere stato catturato. Gli umani erano tutti orgogliosi di aver catturato il “mamba” (coccodrillo in swahili). Le altre volte, invece, li ho visti da lontano che prendevano il sole sulla spiaggia, immobili. Poi, quando sentivano avvicinarsi qualche piroga, scivolavano leggeri nell’acqua in caccia di qualcuno che sarebbe potuto cadere nel lago. Altre volte, nel fiume che divideva il Congo dal Burundi (Ruzizi) riuscivano ad afferrarne qualcuno che cercava di attraversare a nuoto… Mi venivano in mente questi ricordi, quando leggevo il Vangelo che il prete, “padiri” (padre Missionario), spiegava alla gente (e l’ho fatto anch’io molte volte). Il libro che parla di Gesù, quando lo prendo in mano o lo spiego, sembra il lago calmo e tranquillo. Ma, a volte, c’è qualcuno che cerca di distrarmi, anzi di farmi del male, di trascinarmi lontano, di rendermi difficile la vita. Non me ne accorgo, perché è come il coccodrillo che sembra che dorma, ma è sempre pronto ad afferrare. Allora, bisogna fare come succede con gli ippopotami: tenere acceso il motore del battellino, in modo che se ne vada lontano. Ma se non metto il carburante (l’amore di Gesù), il motore si spegne e i nemici si avvicinano. Certo, posso mettermi a remare, ma la riva è sempre lontana e loro aspettano solo che io mi stanchi per farmi cadere in acqua. Per fortuna, finora, ho avuto dei buoni capitani che hanno guidato bene il battello e sono riuscito sempre ad arrivare a riva insieme a loro.