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Caro direttore,

in queste settimane penso spesso alle gravi conseguenze che il caso Parmalat ha su centinaia di migliaia di famiglie, non solo in Italia ma anche all'estero, e soprattutto nei Paesi dell'America latina. Le famiglie degli operai d'azienda e le famiglie che sudano per procurare il latte: dove andranno a finire? Mi fa piacere quando una grande azienda apre una filiale nei Paesi più poveri, perché penso che porti benessere e sviluppo. Ma adesso mi domando: dove andremo a finire, se invece di benessere esportiamo bancarotta?

  • Emilio, via E-mail.

Caro Emilio,

anche noi missionari condividiamo le stesse tue preoccupazioni. Non è una cosa nuova: da decenni si è parlato di "multinazionali" che sfruttano, che non rispettano l'ambiente, che mettono a rischio l'economia locale… Negli ultimi anni, il mondo globalizzato della finanza ha puntato più sulla speculazione e sull'economia virtuale che sulla produzione e la distribuzione di benessere collettivo. Il caso Parmalat, come tutti sanno, è solo uno dei tanti. Il grande mondo sembra essere diventato un Casinò, dove si gioca all'azzardo; dove il segreto è d'obbligo, finché il crac non provoca un buco tanto grande, da cascarci e tirarci tutti dentro.

Permettimi un ricordo nostalgico. Papà si alzava alle tre del mattino per mungere le bestie. Alle cinque, passava il camion del latte a raccogliere le brocche, di casa in casa. Vita dura, ma i contadini erano affezionati alla stalla; vi trascorrevamo le lunghe serate d'inverno: le donne lavoravano ai ferri o rammendavano; gli uomini preparavano i vimini per la vigna e intessevano i cesti per gli ortaggi o per tenerci chioccia e pulcini. Noi più piccoli, approfittavamo per fare i compiti e studiare la lezione. Il pomeriggio, tornato da scuola, correvo in stalla per un bel bicchiere di latte: mi piaceva berlo caldo, con la schiuma di mungitura. Poi veniva la gente dal paese a comprare il latte fresco di giornata. Veniva anche Virgilio: i suoi tre bimbi sono cresciuti con il latte della stessa mucca "Carolina".
A Calcutta, ancora oggi in certi quartieri, arrivano addirittura con la mucca e ti mungono il latte davanti casa, la quantità che chiedi per il giorno. Mi hanno detto che a casa hanno pianto, quando han dovuto vendere le bestie, perché il ricavo non copriva neppure la spesa… Anche i produttori sono stati costretti a comprare il latte in bottega. Tante qualità, a scelta: integrale, scremato, liofilizzato, leggero, a lunga conservazione…

Certo, il mondo è cambiato. Viviamo come in una strada a senso unico; anzi, su un'autostrada, con uscite obbligate e a pagamento. Non si può più tornare indietro; non c'è neanche il modo di invertire il senso di marcia. Ma neppure si può continuare ad andare sempre avanti, senza sapere in quale burrone andremo a finire!

Tanti sentono il disagio e si domandano se i paradisi fiscali non ci portino tutti all'inferno!

p. Marcello Storgato, sx.



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