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I saveriani in Camerun: vangelo e formazione

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Padre Girola è superiore dei saveriani che lavorano in Camerun e Ciad. Perciò ha l'opportunità di incontrare regolarmente i nostri missionari

Recentemente, ho accompagnato padre Rino Benzoni, superiore generale dei saveriani, a visitare tutte le comunità saveriane. Grazie a Dio, i missionari stanno abbastanza bene, lavorano molto e lo fanno con dedizione e competenza. Lavoriamo in quattro località del Camerun meridionale: Douala, la città del porto sull'oceano Atlantico; Bafoussam, una cittadina a nord di Douala; Yaoundé, la capitale caratteristica per l'architettura delle sue costruzioni; Benakuma, la missione al confine con la Nigeria, in aperta campagna. I saveriani sono impegnati soprattutto in due tipi di attività: l'evangelizzazione e la formazione missionaria.

Il vangelo nelle periferie

Le periferie delle grandi città sono un miscuglio di etnie diverse. Soprattutto i giovani, si spostano dalla campagna nella speranza di “salire sul carro della modernità”, che la città sembra loro promettere. La realtà è ben altra. È fatta di piccoli lavori occasionali che spesso non riescono a produrre un reddito sufficiente per una vita dignitosa, anche perché vivere in città costa molto. C'è allora la tentazione del banditismo o della prostituzione. Queste “attività” rendono le periferie il luogo tipico della malavita e del propagarsi dell'Aids.

Nei villaggi, la tradizione ancestrale gioca ancora un ruolo forte per l'identità collettiva e individuale. Quando la gente lascia il villaggio perde questi riferimenti culturali. Le persone si disorientano, influenzate da proposte culturali diverse. Televisione e internet fanno immaginare ai giovani camerunesi che l'occidente sia la terra del bengodi . Così i giovani coltivano il sogno di... venire in Europa.

I saveriani cercano di promuovere il senso della vita e di suscitare rapporti umani e comportamenti fraterni. Il nostro sforzo maggiore è di far nascere comunità cristiane capaci di promuovere la convivenza sociale, sulla base dei valori evangelici. Fanno questo attraverso attività culturali e religiose che aiutano la gente ad aggregarsi, ad acquistare fiducia e speranza.

Giovani per la missione

La seconda attività importante è formare i giovani che desiderano diventare missionari saveriani. A Douala quest'anno abbiamo dieci giovani camerunesi che frequentano il primo anno di formazione, sotto la guida di p. Verzelletti, p. Favarin e p. Bacibone, il primo saveriano della Colombia. La nostra casa è fatta apposta per ospitare anche i gruppi di giovani per incontri formativi.

A Bafoussam, abbiamo la sede della scuola di filosofia, con padre Sana e fratel Zenere. Qui i giovani studenti sono dodici. A Yaoundé c'è la sede di una delle cinque comunità saveriane di teologia, con diciassette giovani di ben sette nazionalità diverse. Sono seguiti da p. Katindi, p. Larcher, p. Tovo e p. Yacobus. In tutto, nove saveriani sono impegnati in questa importante attività, che prepara il futuro della nostra congregazione.

Ma il paese non decolla...

Il Camerun sta vivendo un periodo di pace... apparente, anche grazie a una “sapiente” spartizione di potere tra il presidente della repubblica (in carica da 24 anni), il primo ministro (che è cambiato ogni due anni), e i ministri, scelti dosando la rappresentanza etnica. Ma questo paese, bello per le sue ricchezze naturali e ricco di gente che lavora, non riesce a decollare. Le infrastrutture degradano, le interruzioni di luce e di acqua sono frequenti, la corruzione dilaga. Militari e poliziotti tolgono dalle tasche della gente i pochi soldi che hanno, con la scusa che sono... mal pagati.

Una volta al mese io vado con i mezzi pubblici da Bafoussam a Douala: 270 chilometri di strada e 21 “fermi di controllo”. A ogni fermata c'è una piccola tangente da lasciare... Non parliamo della situazione delle strade e dei trasporti in generale... Può capitare di tutto, anche di attendere un treno che non arriverà mai, senza che nessuno sappia nulla; o di passare due notti dentro una carrozza, in piena foresta, perché il treno che viaggia davanti ha deragliato, sull'unico binario. È quello che mi è capitato quest'anno.



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