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La prima vera enciclica di papa Francesco, Laudato si’, era attesa con speranze diverse secondo gli ambienti. Mentre l’enciclica “verde” era attesa da chi è sensibile a salvare il creato, “la casa comune”, dallo sfruttamento e dalle speculazioni da parte di poteri occulti o palesi che non esitano a saccheggiarla, era invece guardata con sospetto e temuta da questi ultimi.

Noi siamo riconoscenti

Da noi missionari Laudato si’ è stata accolta con viva riconoscenza, perché essa viene a confermare la denuncia di una realtà di cui siamo spettatori, vigilanti anche se impotenti. Da anni noi denunciamo lo sfruttamento dissennato delle risorse da parte di certa politica e uno stile di vita al disopra delle righe, incurante dei danni fatti alla natura e, per conseguenza, ai più poveri.

Il papa ha dato voce a questa situazione del mondo, al dolore della nostra terra maltrattata e saccheggiata, i cui gemiti si uniscono a quelli di tutti i poveri del mondo. E ci invita ad ascoltare queste voci sollecitando tutti e ciascuno - singoli, famiglie, collettività, nazioni e comunità internazionale - a una “conversione ecologica”, a cambiare rotta cioè, ad assumere un impegno responsabile per la “cura della casa comune”.

Un tono nuovo, apprezzato

Il papa al n. 16 dell’enciclica affronta, con precisione scientifica e con cuore commosso, una serie di temi relativi all’ecologia: “L’intima relazione tra i poveri e la fragilità del pianeta; la convinzione che tutto nel mondo è intimamente connesso; la critica al nuovo paradigma e alle forme di potere che derivano dalla tecnologia; l’invito a cercare altri modi di intendere l’economia e il progresso; il valore proprio di ogni creatura; il senso umano dell’ecologia; la necessità di dibattiti sinceri e onesti; la grave responsabilità della politica internazionale e locale; la cultura dello scarto e la proposta di un nuovo stile di vita”.

L’enciclica offre un discorso di tono nuovo, apprezzato anche dai gruppi ecologisti laici e dagli ambienti scientifici per la precisione e l’ampiezza dei suoi orizzonti.

Creare un nuovo rapporto

Ma ciò che più colpisce e fa riflettere - perché è un aspetto nuovo del problema - è la connessione costante che il papa fa tra la natura maltrattata e i poveri che ne soffrono. Per questa ragione la denuncia e la richiesta di una politica ecologica nuova assume in quest’enciclica una forza del tutto particolare.

C’è anche una seconda considerazione che colpisce: Laudato si’ non parla solo del creato da salvare ma, prima e più ancora, dell’uomo che deve ritrovare la giusta relazione con Dio, con i fratelli e con il creato. C’è bisogno di educare al rispetto, alla sobrietà, alla giustizia, e questo in tutti gli ambiti educativi, “la scuola, la famiglia, i mezzi di comunicazione, la catechesi” (n.213).

Con il creato e con i poveri

Con questo testo Francesco conferma le scelte dei missionari che - almeno a partire dal concilio Vaticano II - sono convinti che l’evangelizzazione e la promozione umana devono estendersi alla difesa del creato e di quelli, i più poveri, che soffrono le conseguenze del disastro ecologico denunciato da papa Francesco: “I cristiani, in particolare, avvertono che i loro compiti all’interno del creato, i loro doveri nei confronti della natura e del Creatore sono parte della loro fede» (n.16) e sono chiamati ad “assumere gli impegni verso il creato che il vangelo di Gesù ci propone” (n.246).

Da sempre la missione si sviluppa lungo due assi che troviamo anche nell’enciclica: quello dell’incarnazione e quello della solidarietà. Noi missionari andando in mezzo alla gente e radicandoci in essa, come ha fatto Gesù nell’incarnazione, sentiamo sulla nostra pelle i problemi che la fanno soffrire i nostri fratelli e sorelle e solidarizziamo con loro.

Voci scomode della missione

Per questa ragione noi siamo voci critiche e scomode per il mondo da cui proveniamo perché, come fa oggi papa Francesco, ricordiamo ai nostri concittadini le loro responsabilità. E il fatto che certi poteri economici e finanziari abbiano giudicato male Laudato si’, è la conferma che questa parola del papa è un dono dello Spirito che parla alle chiese e alle nazioni.

Si evidenzia e conferma che è parte della missione della chiesa svegliare le coscienze di coloro che non si rendono conto che il loro benessere è pagato dai fratelli più poveri e che quanto noi possiamo offrire a questi ultimi è sempre e solo una restituzione di quanto sottraiamo loro con la nostra agiatezza.

Grazie, papa Francesco!



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