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Fermare le guerre e abbattere i muri

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Anche “Missionari Saveriani” e “Missione Oggi” hanno firmato l’appello "No alle guerre e No ai muri". Qui ne pubblichiamo una parte.

Noi, rappresentanti di movimenti, associazioni e gruppi del mondo della pace e della nonviolenza siamo preoccupati delle pressioni esercitate sul nostro governo perché assuma un ruolo guida nell’intervento militare in Libia a fianco di altre potenze occidentali. La guerra non è il mezzo adeguato per sconfiggere il terrorismo, né tantomeno per portare stabilità alla Libia. Gli interventi militari non hanno risolto i problemi, li hanno invece aggravati.

A partire dalla dissennata guerra lanciata dalla Nato nel 2011 contro il regime di Gheddafi, la Libia è precipitata nel caos e nella guerra interna. Nessuno dei conflitti iniziati dal 1991 ad oggi - Iraq, Somalia, Balcani, Afghanistan, Siria - ha risolto i problemi sul campo, anzi si sono tragicamente aggravati. Il fallimento di tali operazioni è sotto gli occhi di tutti: milioni di profughi abbandonati al loro destino che fuggono a causa delle nefaste conseguenze delle recenti guerre.

Saranno i civili a pagare il prezzo più alto di imprese militari, anche nel caso di attacchi effettuati dai droni. Per un terrorista colpito, i droni uccidono altre trenta persone circa, tra cui donne e bambini. Se un intervento armato di polizia internazionale in Libia ci dovrà essere, sarà da considerarsi come extrema ratio, fatta nell’ambito delle Nazioni Unite e in seguito all’esplicita richiesta del governo unitario libico.

Va aggiunto che la lotta al terrorismo dello Stato Islamico non potrà mai essere vinta con un dispiegamento di forze militari. Anche la macchina bellica più potente è inefficace di fronte al fanatismo e alla capacità di mimetizzarsi dei terroristi, in grado di colpire ovunque nel mondo cittadini inermi con attentati sanguinari.

Ci rivolgiamo al governo italiano perché assuma un ruolo guida per indicare alla comunità internazionale la ricerca paziente e perseverante di una soluzione politica alla grave crisi libica. Sulla base della nostra Carta costituzionale che sancisce che

“l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa della libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”,

chiediamo al governo di adoperarsi con determinazione e concretamente al fine di promuovere e restituire pace e giustizia al popolo della Libia.

Desideriamo rivolgere un appello a papa Francesco che negli anni del suo pontificato non si è stancato di dichiarare la propria ferma opposizione alla guerra. Che anche in questo caso levi la sua voce profetica per denunciare l’assurdità e l’immoralità di un intervento armato in Libia, sollecitando la comunità internazionale a cercare soluzioni pacifiche e giuste.



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