E le Chiese cosa dicono?
Secondo Enzo Bianchi, la guerra in Ucraina è nutrita anche da una lunga inimicizia tra le chiese. Esse non sono state capaci di una parola di Pace giusta. Ricordiamo che sul terreno sono presenti due Chiese ortodosse: una legata a Mosca e l’altra legata a Kiev. In questo contesto di conflittualità, un gesto importante è stato posto dal metropolita Onufryj, primate della Chiesa ortodossa ucraina legata a Mosca. Egli si è espresso contro l’invasione, pregando per il popolo ucraino dichiarando che si tratta di una guerra fratricida. “Ci rivolgiamo anche al Presidente dell’Ucraina, Vladimir Aleksandrovich Zelensky e al Presidente della Federazione Russa, Vladimir Vladimirovich Putin. A nome di milioni di fedeli della Chiesa ortodossa ucraina, vi chiediamo di fare tutto il possibile per porre fine al peccato dello scontro armato tra i nostri due popoli fraterni e per avviare il processo di negoziazione. Questa terribile guerra ha già inferto un duro colpo alle relazioni tra i popoli ucraino e russo. Se lo spargimento di sangue non viene fermato, l’abisso tra i nostri popoli potrebbe rimanere per sempre”.
Così, continua Bianchi, le chiese ortodosse russa e ucraina, con la chiesa cattolica, per la prima volta si sono espresse concordemente. Il Sacro Sinodo del Patriarcato ortodosso ucraino legato a Mosca ha chiesto a Kirill, patriarca della Chiesa ortodossa e di tutta la Russia, di fermare Putin e lo spargimento di sangue fratricida.
Sul versante russo, più di 400 preti e diaconi ortodossi russi hanno sollecitato l’intervento di Kirill per mettere fine alla guerra: “Il sangue di Cristo versato dal Salvatore per la vita del mondo, sarà ricevuto nel sacramento della Comunione da coloro che danno ordini omicidi, non per la vita, ma per il tormento eterno”. Ogni giorno si aggregano altri sacerdoti e diaconi a questa dichiarazione.
Anche il Consiglio mondiale delle Chiese (Wcc), che raggruppa 349 chiese protestanti, ortodosse, anglicane e altre confessioni minori, ha scritto una lettera a Kirill, invitandolo ad alzare la voce per mettere fine alla guerra. Per ora, rimangono solo auspici.