È l’ora della speranza, Un mese carico di positività
Quasi ogni sera, nel corso del telegiornale, sentiamo l'annuncio che accende la speranza: "E ora, prima di passare a un'altra notizia, la combinazione vincente del superenalotto...". Poco importa che le notizie che lo precedono siano poco belle - un terremoto, un'inondazione, una tragedia familiare o altro... A quel punto scocca l'ora della speranza che potrebbe cambiare la vita. Sperare non costa niente. Ma se sono speranze alienanti...
La nostra speranza è verace
Noi cristiani, invece, abbiamo una speranza da offrire: una speranza non alienante. Anche se per molti di noi novembre evoca spontaneamente un cielo grigio, la pioggia fine e l'umidità insistente che penetra le ossa; anche se la nebbia ristagna a lungo prima di dissolversi alla luce del sole; e anche se le giornate si accorciano e la luce perde la sua intensità..., novembre è un mese carico di speranza.
La liturgia cristiana la concretizza con la celebrazione di due feste che ci fanno rivolgere il cuore alla patria celeste: la festa di tutti i santi, che spalanca la contemplazione del cielo, e quella di Cristo Re, che conclude e corona l'anno liturgico. A volte poi - come accade quest'anno - l'ultima domenica del mese mette in moto il nuovo anno liturgico con la prima domenica di avvento, che anticipa la luce del Natale e le feste di capodanno e dell'Epifania.
Dopo la stagione della spensieratezza delle vacanze estive, l'autunno è la stagione della raccolta dei frutti e dei bilanci, che conclude la fatica dell'anno e permette di raccogliere i frutti del proprio lavoro, pegno di speranza per il futuro. Ormai i campi sono stati arati e seminati di nuovo per il prossimo raccolto. Nel silenzio vuoto e vasto del campo seminato, la vita ricomincia a germinare e a crescere in attesa della neve che la farà maturare per una nuova primavera che - tutti lo sentono - non può tardare. Novembre apre anche la stagione delle riunioni famigliari, rallegrate dal vino nuovo, che riuniscono gli amici e conducono agli incontri di Natale e capodanno.
Sono diversamente vivi
Questo mese ci porta anche la festa dei nostri cari defunti. Per l'occasione i cimiteri si coprono di fiori e si accendono di luci, segni di speranza e di quell'amore che ci lega alle persone care che ci hanno preceduto nella casa del Padre.
È interessante notare come nei nostri contemporanei - che sembra vogliano rimuovere la morte e i suoi segni - esplode la certezza che i defunti sono ancora presenti e ricevono le nostre visite là dove sono stati consegnati alla terra.
Non è una speranza vuota: i nostri cari sono ora presenze invisibili, testimoni di un amore già vissuto che continua e di un cammino percorso che anche noi, un giorno o l'altro, dovremo intraprendere. Sono vivi, e ci attendono a casa. Non possiamo dimenticarli: sono infatti per noi la misura della speranza.
Sì, novembre è veramente il mese della speranza, una stagione che ci fa riflettere sulla vita per vedere se viviamo per qualcosa che conta, per Qualcuno che è garante della nostra vita: "Io so che il mio Redentore è vivo!". Egli ci assicura che la nostra vita continua in lui e vale la pena di viverne pienamente anche questo breve inizio.
Verso un anno "fortunato"
In questi giorni ci accorgiamo che il calendario si sta esaurendo, siamo alla penultima pagina. Per questo, il presente numero di "Missionari Saveriani" contiene il calendario del 2011, fresco di stampa, con nuovi volti e nuove immagini. Ci hanno detto che il 2011 sarà anche l'anno della glorificazione piena del nostro padre e fondatore Guido Conforti. L'attendiamo quindi con gioia e grande speranza.
Sarà, in ogni caso, un nuovo scampolo di tempo che ci permetterà di lavorare per il Signore e per l'evangelizzazione del mondo, proprio sull'esempio di mons. Conforti. Sia anche l'occasione per accelerare i ritmi di questa speranza, con la certezza che siamo destinati alla felicità non dalla fortuna del superenalotto, ma dall'amore di un Padre che ci accompagna senza fretta, si adatta ai nostri ritmi, ci attende quando siamo stanchi e ci apre le braccia ogni volta che torniamo a lui: "Beati voi... perché vostro è il regno dei cieli".
Questa è davvero la fortuna che tutti attendiamo per il nuovo anno. Vogliamo dirvelo: noi, la lotteria di capodanno l'abbiamo già vinta a novembre! Buon avvento, amici.