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Era il 12 febbraio 1947, quando il superiore generale dei saveriani p. Giovanni Gazza chiese al Patriarca di Venezia, cardinal Adeodato Piazza, di aprire una casa (seminario) per la formazione missionaria dei ragazzi. Arrivato “l’invocato consenso” comincia la nuova avventura.

Viene acquisita la Villa Visinoni a Zelarino. Si fanno dei lavori per adattarla alle nuove esigenze e il 29 aprile 1947 arrivano i primi saveriani (p. Albino Tessaro e p. Antonio Alberton), accompagnati da p. Battaglierin di Cavallino. Si costruiscono gli ambienti per i padri e i ragazzi. Nel 1960 è consacrata la chiesa da mons. Bassi, dedicata al Cuore Immacolato di Maria (vedi la lapide, entrando a sinistra).

Ma fin da subito, i missionari offrono aiuto nelle parrocchie dei dintorni (in particolare Zelarino e Trivignano). Tante attività fanno diventare la casa saveriana centro di attrazione. Si ricordano i presepi missionari a Mestre, la partecipazione a Radio Carpini a Carpenedo, l’animazione nelle diocesi di Venezia, Treviso, Padova, Vittorio Veneto e Concordia-Pordenone. Quanti ragazzi sono passati dal 1947 fino al 1990!

All’inizio c’era solo il ginnasio poi, a causa della diminuzione dei ragazzi, è stato trasformato in liceo psico-pedagogico. Ma i tempi stavano cambiando, per cui si arrivò a chiudere la scuola. I saveriani si trasferirono nei locali che danno su via Selvanese e il resto fu trasferito al Patriarcato. Era il 2002.

Tanti missionari sono passati in questi anni. Hanno lavorato con entusiasmo e ciascuno di noi ne ha un ricordo particolare. Non ci dimentichiamo che la via Castellana era quella che portava i pellegrini che andavano in Terrasanta e che si imbarcavano al porto di Venezia. Nell’inverno del 1536, vi passarono Francesco Saverio e i suoi compagni…

Ora, che l’età si sta alzando continuiamo l’animazione missionaria nelle diocesi di Venezia, Padova, Treviso e dove ci chiamano. Non ci manca l’entusiasmo nell’annunciare, testimoniare e far conoscere Gesù. Partecipiamo alla vita delle diocesi, dei centri missionari, animando, dove è possibile, gruppi e parrocchie. Cerchiamo di trovare ogni occasione per ricordare il sogno del nostro fondatore: “fare del mondo un’unica famiglia”.

Non possiamo terminare, senza ringraziare tutte quelle persone, vive o defunte, che hanno dato vita a questa avventura missionaria. “Grazie”!



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