Date voi da mangiare... Per vivere la missione di Gesù
Ottobre ci porta, anche quest'anno, il messaggio missionario del nostro Papa, che ci aiuta a vivere questo mese con il cuore aperto al mondo. La parola del Papa inizia facendoci intravedere le "sfide umane e religiose" che caratterizzano il nostro mondo di oggi.
L'icona del nostro mondo
Non è necessario che ce le ricordi una a una. L'icona del nostro mondo, in cerca di speranza, sono gli occhi, smarriti e paurosi, dei bambini della tragica scuola di Beslan, confrontati così presto con la violenza e la morte. Sono i profughi di Darfur, Sudan, Burundi, Congo, allo stremo delle loro forze. Sono le genti dell'Iraq e dell'Afghanistan, per le quali le promesse di pace non sono ancora realtà. Sono i bambini portati dai genitori in cerca di lavoro, libertà e vita, che muoiono all'alba nelle acque del Mediterraneo. Sono le tante vittime del terrorismo...
Quante vite sono spezzate senza speranza! E quanta violenza viene inflitta in nome della religione e perfino del Dio grande e misericordioso ! Dove troveremo la speranza per questo mondo? Chi moltiplicherà il pane per tutta questa gente?
Il pane della speranza
Per il nostro Papa, malato e anziano, ma ancora forte come la Roccia , non ci sono dubbi: "È necessario rilanciare con coraggio la missione alle genti partendo dall'annuncio di Cristo, redentore di ogni umana creatura". Gesù aveva detto ai discepoli: "Date voi stessi loro da mangiare". Non cerchiamo troppo lontano: il pane è con noi. È l'Eucaristia.
Nel corso di questo mese di ottobre ci sarà il congresso eucaristico internazionale a Guadalajara in Messico, per rilanciare il progetto eucaristico di Gesù: fare del mondo una famiglia raccolta attorno alla mensa del Padre; un mondo di commensali; un mondo nuovo in cui la legge che lo governa non sia quella del più forte, ma quella dell'amore che si spezza e si dona, come un pane, perché tutti siano saziati. Il gesto eucaristico di Gesù, di dare il suo corpo come un pane spezzato e di offrire il suo sangue per tutti come segno di una nuova alleanza di Dio con noi , è il progetto e l'energia per insegnarci un nuovo modo di vivere insieme.
Se viviamo come Lui...
Dal gesto eucaristico iniziale è nata la chiesa, segnata dal dinamismo dell'amore che si dona. "L'Eucaristia edifica la chiesa e la chiesa fa l'Eucaristia", ricorda il Papa. In altre parole: la chiesa, cioè noi cristiani, veniamo plasmati e formati dall'Eucaristia in modo che la nostra maniera di vivere riveli il Signore che riceviamo come cibo, attraverso nuove relazioni tra di noi improntate a quella fraternità, solidarietà e a quel servizio reciproco che sono il sacramento di Gesù. Animata da quest'amore, la chiesa sarà in grado di celebrare degnamente l'Eucaristia e potrà annunciare la morte e risurrezione del Signore anche a quelli che attendono un segno di speranza, che può venire solo dal Dio fatto uomo .
Al banchetto eucaristico sono invitati tutti gli uomini, affinché tutti viviamo della stessa vita di Cristo: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui …e vivrà per me”. Nutriti con la forza del corpo di Gesù, viviamo "per lui", grazie a lui e come lui.
Pane quotidiano per tutti
Perciò dovremmo sentire, in modo urgente, che il compito missionario consiste nell'essere "una cosa sola con Lui" per fare dell'umanità intera “un cuor solo e un'anima sola” ed essere testimoni del suo amore sino agli estremi confini della terra. “La Messa è finita, andate in pace”: queste parole sono l'invito rivolto a chi partecipa alla Messa perché sia “missionario dell'Eucaristia”, e diffonda in ogni ambiente la lieta notizia del Pane che ci fa vivere.
Celebrare l'Eucaristia e non sentire l'ansia di portare la pace e la salvezza a tutti; andare a Messa e non sentire il bisogno che tutti trovino "il pane quotidiano" che noi abbiamo nell'Eucaristia, è una cosa che dovrebbe stridere nei nostri cuori cristiani. Il "pane quotidiano" che chiediamo nel Padre Nostro è Colui che si è definito il "Pane di Vita": Gesù, la sua Parola e il suo Sacramento. È, nello stesso tempo, quel pane di cui il mondo ha bisogno per vivere: il pane della misericordia, della pace, della dignità, della speranza. Se noi ci nutriamo di questo pane , possiamo poi negarlo a quelli che lo attendono e ce lo chiedono, anche se ancora non sanno dargli un nome?