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Dal diario africano /3: In mezzo a paesaggi incantevoli

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di: I Coniugi Ferro.

La festa di Ognissanti, aiutati dal giovane Mayanga, trapiantiamo 75 piantine di Granvilea Robusta. Dopo pranzo andiamo con p. Silvano Benedetti nella savana, dove c'è il camposanto: tombe disadorne, qualche piccola croce di legno. Il missionario celebra la Messa sotto un grande albero. Anche noi ricordiamo i nostri morti. Al ritorno, ospitiamo nella Rover un anziano lebbroso.

Un continuo via vai...

Qui alla missione è un continuo via vai. Passano missionari e suore a portare la posta da far partire e a prelevare quella arrivata. Sono passati due genovesi impegnati nella costruzione di un acquedotto sulle montagne circostanti. Arrivano operai e tecnici di un'impresa di Milano (Astaldi) che allarga e asfalta un centinaio di chilometri di strada, fino al lago Tanganika. L'opera è finanziata per il 67% dal governo italiano e per il resto da quello zairese.

Padre Oliviero, oltre a essere parroco, è anche economo della comunità e paga lo stipendio ai maestri delle scuole. Padre Silvano tiene i collegamenti con le diaconie e cura il registro dell'anagrafe dei cristiani. Qui gli anziani non sanno di precisione quando sono nati. Padre Giuseppe Crippa con i suoi operai ripara tutte le macchine e segue il funzionamento della missione. Sono arrivati dall'Italia (con provviste) la signora Valeria e il marito Emilio, parenti di p. Crippa.

Su fino a duemila metri

Giovedì 2 novembre, siamo andati con padre Crippa su un motocarro a caricare sabbia nel cantiere dell'impresa stradale. Il cantiere è composto da officine, magazzini, abitazioni. È ospitato nei locali degli ex cotonifici Coton-co. I dintorni erano una grande pianura tutta coltivata a cotone, servita da una ferrovia. Ora c'è solo savana. Beviamo la birra fresca nella direzione del cantiere. Qui ci sono tre cuochi e due boys. Gli italiani sono alloggiati con ogni comfort.

Il giorno dopo partiamo con la Rover turbo di p. Crippa per le missioni di Kidoti e Mulenge, situate sulle montagne. La prima a 1.500 metri; la seconda a 2.000. Si percorre una strada di 60 chilometri, costruita dai belgi e resa transitabile dai missionari: paesaggi incantevoli, dolci colline con piantagioni di banane, caffè, rafia, manioca, cocco, palme da olio, laghi pieni di pesci, villaggi caratteristici e tanti bambini.

A Kidoti c'è p. Antonino Manzotti, suore italiane e zairesi, catechisti. Ci sono la chiesa, la casa del missionario, l'ambulatorio, l'atelier per le giovani costruito da volontari genovesi e la scuola costruita da volontari bergamaschi. A Mulenge ci sono casa, chiesa, scuole e le rose portate dall'Italia da p. Lorenzo Caselin, alpino della Tridentina e reduce dalla Russia.

Sulle rive del Tanganika

Sabato 4 novembre, andiamo fino alla città di Uvira. Costeggiamo il lago Tanganika: piroghe, barche e battelli a motore. Al porto arrivano dall'Italia i container sbarcati a Mombasa che, dopo centinaia di chilometri in camion, terminano il loro viaggio sul traghetto. Si vedono pescatori con prede da mezzo metro, un'infinità di pesciolini posti a seccare al sole e poi venduti al mercato...

Dopo aver superato diversi corsi d'acqua, ci fermiamo a un guado impossibile e facciamo dietro front. Pranziamo sulla collina dalle suore di santa Gemma: una bella veduta sul lago dove, nella parte paludosa, vivono coccodrilli e ippopotami.

La domenica andiamo con p. Oliviero nella diaconia di Luberizi per la santa Messa, che dura due ore circa, con il solito cerimoniale africano. Durante il rito si celebra un matrimonio. All'uscita siamo assediati dai bambini. Distribuzione di bonbons ai più piccoli e di toscanelli agli anziani. Lungo i 20 chilometri del ritorno, incontriamo donne che vanno al fiume per la provvista d'acqua. I bidoni di 25 litri li portano sulla testa. Si vedono centinaia di caprette, maiali e mucche dalle corna enormi.



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