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Così ricordo i saveriani a Taranto

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Un amico, che vuole mantenere l'anonimato, mi ha dato un foglio scritto, con i ricordi - suoi e della famiglia - dei missionari che ha conosciuto personalmente. Li pubblichiamo volentieri.

Il sorriso di p. Francesco

Di tutti i saveriani sbarcati a Taranto ricordiamo padre Francesco, persona gioiosa e piena di vita, innamorato della missione e dei luoghi dove da missionario aveva dato il suo contributo per far conoscere il vangelo di Gesù. Diceva: "Se non vuoi perdere il sorriso, regalalo". Oggi, pensando alle parole del papa, che ci ricorda che il cristiano non deve essere triste, le parole di p. Francesco hanno un'importanza particolare. Gli auguriamo di vivere bene anche il tempo della sofferenza, dicendogli che rimarrà sempre nel nostro cuore.

P. Rinaldo: una meteora...

Padre Rinaldo è passato da Lama come una meteora: fugace e veloce, ma di luce intensa e bruciante. Ci si scottava a sentirlo parlare. Di lui ho un flash sbiadito nel tempo: sobrio, pur nella sua imponenza fisica, non indulgeva nei convenevoli, andava diritto al segno. La diplomazia non era il suo forte. Ti guardava negli occhi e i suoi quesiti erano ineludibili, come quando in un'omelia raccontò di un fatto capitato a lui in Africa.

Una giovane donna aveva portato tra le braccia un bimbo morente. La fame lo stava consumando. La donna disse: "Lo do a te, io non so cosa fare". La conclusione di padre Rinaldo fu sconcertante: "Io questo bambino morente, come uno qualsiasi dei vostri figli, lo affido a voi".

Il parroco, sulla porta della sacrestia, scorse le persone delle prime file asciugarsi gli occhi. Nel cestino della questua trovò alcuni oggetti d'oro. Le donne, impreparate, messe di fronte a una scioccante realtà, si erano liberate del superfluo che avevano indosso. Il figlio di quella donna era anche loro figlio.

L'amicizia di p. Michelangelo

Il ricordo si colora di rimpianto, quando penso a p. Michelangelo, un caro amico. Sempre vicino e prodigo di consigli, quando i dubbi assillavano la mia anima. Presente nelle occasioni liete del nostro vivere quotidiano, e anche nei momenti di dolore che hanno attraversato la nostra esistenza: come un buon pastore, me lo ritrovavo a fianco nel momento del bisogno. In questo difficile momento della sua vita, è sempre presente nelle mie preghiere e in quelle di chi lo ha conosciuto e amato, perché il Signore lo aiuti nella malattia.

La bibbia di p. Agostino

Padre Agostino: Cristo ti abbia in gloria! Ti vedo ecumenico a fianco di san Pietro a pregare per la mia salvezza. Hai da lavorare parecchio, come quando ti davi da fare per portare nel gregge della chiesa i miei figli: tutti bravi ragazzi, modellati dalla tua parola.

Mi regalasti la Bibbia. È il libro che più di tutti prende il mio tempo. Ho riletto una delle tue ultime lettere che a Natale e a Pasqua ci scambiavamo. Si intuiva la tua consapevolezza della prossima dipartita. Ne parlavi come se ciò non fosse stato un tuo problema. Una tranquillità serafica emanava dal tuo scritto. Era la sicurezza intangibile della tua fede.

L'Indonesia di p. Nico

Ricordo con affetto anche padre Nico. Anch'egli è stato una meteora nel cielo di Lama - Taranto. Essenziale e schivo, poco propenso al compromesso, aveva un chiodo fisso: la missione in Indonesia. Missionario fino al midollo, abituato a risolvere i problemi di quella gente, di cui ha preso anche la nazionalità.

Qui era di passaggio. Aveva negli occhi la povertà assoluta degli indigeni indonesiani. Pur di aiutarli, andava nelle scuole a sensibilizzare i "benpensanti" italiani. Lo stesso faceva qui a Taranto, e ha creato moltissime adozioni a distanza. Scalpitava perché voleva tornare sempre in quelle terre (ma Dio ha pensato diversamente).

Chi ha ricordi, fotografie, testimonianze dei missionari che sono passati a Lama, cominciando dal 1980, può gentilmente mandare il materiale a padre Oliviero (all'indirizzo dei saveriani di Taranto).

È un regalo, una condivisione che ci aiuterà a crescere e ci renderà più felici. Grazie.



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