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Convegno missionario calabro: Essere parrocchia missionaria?

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Il 17 e 18 giugno presso il centro "Don Mottola" di Sant'Angelo di Drapia (VV) si è tenuto il 19° convegno missionario regionale sul tema: "Il tempo è giunto per una parrocchia missionaria". Per i saveriani era presente il direttore dell'ufficio missionario di Reggio Calabria-Bova, p. Ezio Marangoni. Ha introdotto i lavori mons. Fiorini Morosini, vescovo di Locri-Gerace, evidenziando che "il convegno rappresenta un'occasione di riflessione e di crescita per le comunità cristiane".

Fiaccole che fanno luce

Don Paolo Martino, segretario della commissione missionaria Calabra, ha presentato il documento "Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia" (Nota pastorale n. 44, CEI 2004), testo di riferimento del convegno.

Mons. Luigi Renzo, vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, ha ribadito che "la missionarietà non appartiene solo ad alcuni, ma a tutti, in quanto la chiesa per sua natura è missionaria. Se non lo è, non è la chiesa di Gesù Cristo". Poi, rivolgendosi ai partecipanti li ha invitati a sentirsi "fiaccole che tengono accesa la luce".

Guardare insieme verso...

Per spiegare le finalità del convegno è intervenuto don Alberto Brignoli, vice direttore dell'ufficio per la cooperazione missionaria. "Creare comunione e amicizia tra le chiese costituisce la parte più significativa dei convegni; la comunione deve essere uno stile da adottare e occorre rilanciare la forza missionaria costituita dall'animazione, dalla formazione e dalla comunione. Serve anche concretizzare e concentrare l'attività missionaria su alcuni aspetti urgenti".

Don Alberto ha detto che bisogna riuscire a "guardare insieme verso..." con prospettive diverse, considerato che diverso è il modo di intendere la missione. Dunque, è importante condividere insieme per guardare insieme.

Gesù è la gioia della fede

Don Maurizio Cuccolo, direttore del CUM di Verona (centro unitario missionario) ha spiegato che la missionarietà della parrocchia sta nel suo essere ed esistere. Si tratta quindi di tirar fuori la forza che è dentro di noi e di inserire la vita missionaria nelle attività della parrocchia.

Per farlo bene, dobbiamo considerare che missione significa carità apostolica al servizio dei fratelli e che la centralità del singolo missionario deve trasformarsi in fraternità evangelica. Occorre tornare al primo annuncio: annunciare Gesù! Per cui in una parrocchia l'organizzazione di feste, processioni o altro sono attività marginali, in quanto per un cristiano credere in Gesù è la vera gioia della fede.

Gesù ci viene consegnato con l'Eucaristia. Bisogna allora chiederci, come viviamo l'Eucaristia domenicale,considerando che la Messa costituisce il momento più importante della nostra vita comunitaria. Sarebbe bello poterci trattenere un istante in più anche alla fine della Messa per salutare il vicino e fraternizzare. Ogni occasione è propizia quando incontriamo gli altri.

La parrocchia... una forza!

Lo stile missionario consiste nel vedere sempre il bene degli altri. Questo genera comunione. Le parrocchie sono comunità, ma spesso le persone non sanno fare comunione con gli altri.

Don Maurizio ha approfondito anche i tratti missionari riscontrabili all'interno di una parrocchia: accoglienza, rispetto del luogo di culto e silenzio, un coro che coinvolga l'assemblea, preghiera dei fedeli personalizzata, gratuità e formazione, equilibrio nel distribuire i compiti, mettersi in ascolto della gente, consegnare la Bibbia ai fedeli. Occorre soprattutto recuperare il concetto di famiglia. La presenza della parrocchia nella comunità deve diventare una forza...

Cinque temi come compito a casa

Il secondo giorno i lavori del convegno missionario Calabro si sono aperti con i lavori di gruppo, incentrati su cinque temi. Ecco una sintesi che può essere utile per la riflessione di tutti.

  • 1. Il centro missionario diocesano deve saper collaborare con le comunità, considerando i segni dei tempi e le ricchezze delle chiese in Italia, attraverso la conoscenza diretta dei missionari, pubblicazioni, pellegrinaggi...
  • 2. Ci vuole cooperazione tra le chiese per curare la comunione e il dialogo, la circolazione di esperienze pastorali e di beni economici, con l'unico scopo di annunciare il vangelo.
  • 3. Le attività dei gruppi missionari vanno sviluppate attraverso un'appropriata formazione-riflessione, coltivando la dimensione universale della chiesa in tutti gli aspetti (preghiera, vocazione, solidarietà), collaborando con gli altri operatori pastorali e con i non cristiani senza rinunciare alla propria identità.
  • 4. La formazione missionaria s'incentra sull'Eucaristia domenicale e su esperienze di vita personali, laddove l'amore per la Parola si unisce a un forte impegno di carità e collaborazione con tutti per un mondo più giusto e solidale.

Partire dai poveri, verificando quanto spazio essi occupano nell'ordine del giorno dei consigli pastorali.

Prestare attenzione ai vari tipi di povertà, alla scelta dei poveri nell'impegno civile e politico, al sostegno alle famiglie nelle loro scelte etiche.



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