Congo RD, terra di martiri
P. Luigi Carrara (3.3.1933-28.11.1964)
P. Vittorio Faccin (4.1.1934 - 28.11.1964)
P. Giovanni Didoné (18.03.1930 - 28.11.1964)
Abbé Albert Joubert (18.10.1908- 28.11.1964).
“Sono i vostri martiri. Conservatene le memorie, veneratene le reliquie” (S. Paolo VI). I tre saveriani e il presbitero diocesano Albert Joubert sono stati uccisi “in odium fidei” (per odio contro la fede, contro Gesù) nella regione del Kivu durante le rivolte del 1964. Circa 200 missionari e missionarie di altre congregazioni sono rimasti uccisi perché avevano preferito rimanere sul posto come testimoni di Cristo e per amore dei loro fratelli e sorelle congolesi. La Chiesa cattolica del Congo venera due suoi beati, anche loro martiri: Isidore Bakanja e Anuarite Nengapeta
Isidore Bakanja, giovane martire, di cui non si conosce la data di nascita. Duramente fustigato a causa della sua fede cristiana dal sovrintendente belga nella fattoria dove lavorava, muore il 15 agosto 1909, a causa delle ferite riportate. San Giovanni Paolo II lo ha proclamato beato nel 1994. La sua memoria è celebrata il 12 di agosto.
Suor Maria Clementina Anuarite Nengapeta era nata nel 1939. Il 29 novembre 1964 è rapita dai ribelli Simba con le sue consorelle. È uccisa il 1° dicembre perché rifiuta le prevaricazioni del comandante. È ritenuta "l'Agnese del Continente Africano". San Giovanni Paolo II beatificò sr. Maria Clementina Anuarite Nengapeta il 15 agosto 1985, durante il suo viaggio apostolico in Africa. La sua memoria è celebrata il 1° di dicembre.
Christophe Munzihirwa Mwene Ngabo, arcivescovo di Bukavu, capitale del Sud-Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo. Era un membro della Compagnia di Gesù. Fu un sostenitore dei diritti umani nella prima guerra del Congo. Ucciso il 29 ottobre 1996 dagli aggressori del paese. Il 28 maggio 2016, la Congregazione delle cause dei santi autorizzò l'arcidiocesi di Bukavu ad aprire la causa di beatificazione del servo di Dio Christophe Munzihirwa. Il 16 gennaio 2017, l’arcivescovo di Bukavu François Xavier Maroy ha istituito un tribunale ecclesiastico per prendersi cura della causa.