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Con la fede e il coraggio si realizza il Giubileo

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Anche oggi gli schiavi della morte sono liberati. Ci arrivano in casa!

Li ho incontrati a Roma, il 30 dicembre, ad una conferenza stampa. C'erario mons. Giorgio Biguzzi (un mio carissimo confratello della Sierra Leone) e 10 bambini soldato. Sapendo l'inglese, li ho salutati e mi hanno subito sorriso. Portavano i loro nomi sul giubbotto: Thomas, Eric, Juliana, Michel. Non mi sembrava vero: la più piccola aveva 7 anni e il più grande 13. Ho do mandato poi a mons. Biguzzi cosa faceva Juliana tra i ribelli del RUF (Revolutionary United Front) in Sierra Leone. "Sono stati tutti sequestrati e rapiti, alcuni hanno imparato a sparare e ad uccidere, altri portavano armi, le ragazze aiutavano a cucinare e a lavare".

Avevo già sentito parlare e avevo letto dei bambini soldato, ora li avevo in Casa a mangiare con me. Monsignore, invitato ad Ascoli Piceno per la Messa dell'Epifania, si era fermato ad Ancona a pranzare con i Saveriani. Seduto accanto a lui, mi facevo raccontare ancora: "Vedi quel Thomas, i ribelli gli hanno inciso sulla pelle con una lametta le iniziali della loro ribellione (RUF), mi ha chiesto ieri se ci fosse modo di cancellare quelle lettere: se ne vergogna!".

Ho lanciato uno sguardo a Thomas, un normale ragazzo di 11 anni. "Guarda Eric, quello a cui piace il pollo fritto, è capace di smontare, montare, pulire e maneggiare il fucile Beretta. Mi diceva che lo preferisce al Kalashnikof, più leggero da portare in giro ed ha una buona mira".

Rapiti e addestrati per uccidere, questi ragazzi erano in casa mia. Li ho guardati tutti con tanta compassione. In Africa ce ne sono 120.000 ed in Sierra Leone dai 6.000 ai 15.000. Chi può saperlo!? Nei Centri di recupero che i missionari Saveriani hanno organizzato con la Caritas locale, sono passati già in 600. Non tutti recuperano la vita normale di un ragazzo. Alcuni  sono già tornati tra i ribelli a drogarsi e a sparare: con una mitraglietta in mano si sentono potenti, hanno in mano la vita e la morte di un adulto!

"I bambini-soldato sono dei buoni combattenti. Sono giovani, e vogliono mostrarsi coraggiosi. Credono che tutto sia un gran gioco, e così combattono senza paura", diceva un comandante congolese.

Ecco i Paesi che li arruolano:  Algeria, Angola, Burundi, Congo-Brazzaville, Congo ex Zaire, Liberia, Rwanda, Sudan, Somalia, Uganda, Etiopia, Eritrea. Tutte le guerre sono brutali. Ma queste guerre dimenticate in Africa sono da fermare subito! Lo vorrei dire anche a Pietro Beretta (un industriale della cattolica Brescia) che ha guadagnato tanti soldi vendendo i suoi fucili perché persino i bambini uccidessero!



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