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È proprio vero che l’Africa rende giovani. Ne volete una prova? Andate a conoscere Lino e Maria nella loro casa alla Gazzera. Li avevo sentiti parlare della loro esperienza in terra africana nell’incontro mensile dei gruppi diocesani di Venezia a febbraio. E così, ho bussato alla loro porta e mi hanno accolto con amicizia.

Quando inizia qualcosa di nuovo

Stavano guardando le fotografie dei loro amici di Kyondo, nel Nord Kivu in Congo RD, e mi sono sentito subito a casa mia, nella terra dove ho vissuto un po’ di anni. Tutto è cominciato nel 1975, quando Maria non è stata molto bene. Ha sopportato la malattia per 5-6 anni. Questo avvenimento li ha aiutati a riflettere e si sono detti che dovevano dare un senso più vero alla loro vita.

Nel 1983, incontrano il gesuita p. Silvio che si occupava dei volontari per l’Africa. Attraverso l’associazione “Mondo Giusto” nel 1987 compiono il primo viaggio in Africa, a Goma. Da lì comincia qualcosa di nuovo. Diventano parte dell’associazione e vanno a Kyondo (Butembo), dove lavorano per due anni, con i finanziamenti anche del ministero degli esteri italiano. Poi il ritorno a casa.

Tanti progetti, autonomia e dignità

Ma l’Africa ormai era entrata nel loro cuore. Formano un gruppo missionario nella parrocchia della Gazzera “Gruppo missioni Africa”. Non stanno fermi un attimo. Devono fare conoscere a tutti quello che hanno visto. Cominciano i progetti, in dialogo con la chiesa locale di Kyondo (scuole per handicappati, chiese, acquedotti…). Coinvolgono amici e benefattori in Italia, attraverso tante attività (raccolta tappi, offerte, amicizie con diversi tecnici per risolvere i problemi).

Nel 2002, pensano che tutto quello che stavano facendo dovesse passare nelle mani dei fratelli africani. Fondano l’associazione Missaf (Missione Africa), perché toccherà a loro sentirsi indipendenti nella loro terra, ottenendo dignità col proprio lavoro.

La vita è diventata piena

Ho chiesto loro cosa è rimasto nel cuore. E loro mi hanno risposto. “La grazia che Dio ci ha concesso di fare questa esperienza arricchente e la forza per superare mille difficoltà (chi ha lavorato in Africa come missionario sa cosa vuol dire); tutto questo ci ha fatto crescere nella fede.

Abbiamo e riceviamo molto dall’Africa. Vivere con semplicità, avere un cuore non solo per noi, ci ha fatto capire che c’è più gioia nel dare, che nel ricevere.

Noi abbiamo dato un po’ della nostra vita e ora siamo ricchi, e vogliamo gridarlo a tutti. Questa gioia continua ancora oggi. Non siamo più giovani fisicamente, ma siamo ancora pronti per andare a casa nostra, laggiù in mezzo a loro. La nostra vita, possiamo dirlo, è diventata piena.



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