Ci sono nuovi segni di speranza
Don Bacci Rizzieri, parroco di Ca’ Sabbioni, l’ultima periferia di Marghera, che da quarant’anni partecipa alla festa di san Francesco Saverio nella nostra casa di Zelarino, ha detto: “Avrei rinunciato al pranzo per ascoltare le notizie che ci stavi dando sulle missioni saveriane”. Assieme a don Bacci erano presenti alla Messa una trentina di sacerdoti e altrettanti parrocchiani di Zelarino e Trivignano. Quasi tutti i sacerdoti si sono fermati poi per il pranzo.
Il pioniere della missione
Ha presieduto la celebrazione eucaristica p. Rosario, superiore dei saveriani in Italia.
Nell’omelia p. Rosario ha presentato la figura del Saverio come missionario che sapeva stare anzitutto in contatto con Dio attraverso la preghiera, in contatto con i confratelli attraverso un’interessante e regolare corrispondenza di lettere, e in contatto con la gente studiandone la lingua e i costumi.
Figlio del suo tempo, il XVI secolo, fu pioniere nella missione. Seppe adattare il messaggio della salvezza di Gesù e il proprio atteggiamento ai pescatori dell’India e ai samurai del Giappone, senza annacquare i valori del vangelo. Si rivolse con franchezza ai regnanti e alle chiese dell’Europa.
Un seme che porta frutto
Dopo la celebrazione Eucaristica, p. Rosario ha presentato la situazione dei saveriani e delle loro missioni. Se in Italia c’è un veloce innalzamento dell’età media e solamente due sono gli studenti saveriani italiani di teologia, la congregazione è ora veramente internazionale con 60 studenti di teologia asiatici (specialmente indonesiani), africani e latino americani.
L’acqua di Gesù è diventata davvero sorgente di vita in coloro che l’hanno accolta.
Anche in Cina, ha continuato p. Rosario, il seme gettato dai saveriani continua a vivere e a portare frutto. Poco prima della canonizzazione di mons. Conforti abbiamo saputo che la congregazione delle suore Giuseppine cinesi, fondate a Zhengzhou dal vescovo saveriano mons. Luigi Calza oltre cento anni fa, esiste ancora con varie suore. La superiora e una consorella erano presenti a Roma per onorare san Guido e ringraziarlo per il dono del vescovo Luigi Calza.
Nel centenario dell’ ospedale cattolico di Zhengzhou (Cina), ora grande ospedale del popolo, costruito da mons. Calza e curato dalle suore Giuseppine cinesi, il governo locale ha trasmesso un documentario televisivo che, tra l'altro, mostra una croce scendere sul mondo, lo staff dell'ospedale in visita alla tomba di mons. Calza, davanti alla quale le giovani leve facevano il loro giuramento.
L’annuncio del pranzo ha interrotto questa bella comunicazione di vita missionaria e l’assemblea si è sciolta ringraziando il Signore, che accende sempre nuovi segni di speranza nella nostra vita.