Asia: Dall'Indonesia alla Sierra Leone
Sono nato nel 1976 in un villaggio del sud Celebes, in Indonesia, quarto di otto figli, tra cui un fratello sacerdote diocesano. La mia famiglia è stata il primo seminario, dove è nata la mia vocazione. Sono entrato in seminario a 16 anni. Lì ho incontrato il primo saveriano, p. Silvano Laurenzi, che era venuto a parlarci della vocazione missionaria.
Leggendo le riviste dei saveriani, sono venuto a conoscere il loro lavoro in Africa e Asia. Così ho deciso di unirmi a loro quando avevo vent'anni e sono diventato saveriano a giugno del 1998. Nell'estate del 2003 sono stato mandato nella nostra comunità internazionale a Manila, per frequentare i corsi di teologia. Sono stato ordinato sacerdote il 27 luglio 2008, dal vescovo di Makassar, in Indonesia. Il 13 agosto sono partito per la Sierra Leone, in Africa occidentale.
Sono sacerdote missionario e questa è una grande sfida per me. Ne sono felice, perché ho l'opportunità di dedicarmi al compito più fondamentale che il Signore ci ha affidato: annunciare la Buona Novella a tutto il mondo. Mons. Conforti ha fondato i saveriani per realizzare il sogno missionario del Saverio, di portare il vangelo in Cina. La missione alle genti oggi è ancora più urgente, perché non si riferisce più solo alle nazioni lontane, ma deve svolgersi dovunque.
In Indonesia, la mia famiglia è cattolica, ma sono cresciuto in un ambiente a maggioranza islamica e ho conosciuto i cristiani protestanti. Già da bambino, ho imparato a vivere accanto a persone con altre fedi e comportamenti.
In Sierra Leone sto ora studiando la lingua, conoscendo la gente e osservando come i saveriani stanno svolgendo la missione in questa povera nazione africana. Sono felice di essere qui e desidero contribuire con tutto me stesso. Di una cosa sono convinto: non è il luogo a determinare il mio impegno missionario, ma è il battesimo, che mi ha reso cristiano, e sono i voti religiosi come saveriano. Perciò, come sacerdote missionario, desidero dedicarmi alla missione affidata alla famiglia saveriana, di cui faccio parte, affrontando la fatica di imparare la lingua e di adattarmi alla cultura di questo popolo.