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Sono le 10 e 30 del mattino di domenica 19 settembre, quando cominciano ad arrivare i primi parenti dei missionari saveriani originari delle Marche. Quest'anno i presenti al pranzo sono stati 74. Siamo stati contenti di rivedere qualcuno che non si vedeva da qualche anno, per varie ragioni.

Come sempre, la mattinata si è aperta con un momento di accoglienza conviviale, che ci ha permesso di scambiare due parole con i famigliari dei nostri confratelli che lavorano nelle missioni, in tante nazioni diverse.

Il tempo non rovina l'amicizia

I veri legami sono quelli che resistono al tempo, anche dopo anni di lontananza. Quando ci si ritrova, si ricomincia sempre da dove ci si era lasciati l'ultima volta. Come per dire che il tempo non scalfisce le relazioni con la famiglia, casomai le migliora.

Durante la celebrazione dell'Eucaristia, presieduta da p. Giuseppe Veniero, alcuni saveriani della comunità sono stati presentati, compreso chi vi scrive, da poco ordinato sacerdote in Camerun e ora destinato a lavorare nella comunità saveriana di Ancona.

Ma più che mai, questa giornata è stata segnata da varie manifestazioni di gioia durante il pranzo: dai canti e le poesie composte in onore di alcuni saveriani, a una video conferenza con p. Sandro Barchiesi, che parlava da Manila, nelle lontane Filippine.

Un interrogatorio via "skype"

Infatti, sorseggiando del caffè, dopo aver guardato insieme un filmato sul fondatore beato Conforti, ci siamo messi in collegamento via "skype" con p. Sandro. Originario di Ancona, suo fratello don Sauro è parroco e nostro vicino di casa. Così abbiamo potuto sperimentare come la tecnologia ci possa aiutare a sentirci più famiglia e vicini, nonostante la distanza che ci separa. Sotto gli occhi attenti dei membri delle famiglie presenti, p. Sandro ha dovuto sostenere un vero "interrogatorio" serrato, diretto da p. Enzo. Ha raccontato un po' del suo apostolato e della sua vita missionaria in una parrocchia alla periferia di Manila.

La festa si è chiusa con un saluto a Renato, un giovane vicentino che ha vissuto per un anno nella comunità di Ancona, e che ora è a Parigi a imparare il francese. Deve prepararsi bene per un'esperienza missionaria con i saveriani nella repubblica democratica del Congo.



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