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Il privilegio di questo lavoro è lasciarsi stupire da ciò che è improvviso, inaspettato, da ciò che arriva a… scompaginare le carte. Stavo rispondendo a una lettera su tema completamente diverso, quando Lucrezia Pedrali, anima di Cem Mondialità, mi ha raggiunto con questo ricordo di p. Arnaldo De Vidi, già direttore Cem per un decennio (fino al 2006), e che pubblichiamo volentieri.

Un giorno mi regalò uno dei suoi libri di poesie dal titolo Cuore Cosciente. Ma il senso del suo regalo era scritto nella dedica: “A Lucrezia. La poesia e la mistica (che i bambini hanno connaturali) salveranno il mondo”. Era una indicazione pedagogica, per me insegnante, ma non poeta e non mistica. Riprendeva il tema di tante nostre discussioni, quando il mio essere “prosa” si fronteggiava con il suo essere poeta.
Ricordo lunghi pomeriggi trascorsi ragionando sui temi della rivista CEM che lui allora dirigeva e nelle nostre conversazioni si infiltravano sempre suggestioni, immagini, pensieri, colori e suoni che apparentemente ci allontanavano dal centro del nostro discorso, ma che erano per lui dei fili che si annodavano a perfezione con la sua visione del mondo che andava sempre oltre. Ogni tanto, la discussione si concretizzava in quella che io ritenevo un’accusa nei miei confronti: “Tu appartieni al primo mondo!”. E questo giudizio veniva applicato in molte circostanze ad altre persone e, forse, persino ad alcuni suoi confratelli. P. Arnaldo non si è mai sentito di appartenere a questo primo mondo. Viveva con disagio l’eccesso, l’opulenza, il disprezzo per i perdenti, il tecnicismo della scuola, la violenza dei più forti.
Il nostro è stato un legame di amicizia fraterna, che si è consolidato nel tempo, anche durante i viaggi compiuti assieme per raggiungere i luoghi dove insieme avremmo tenuto i nostri laboratori formativi. Molti di questi pellegrinaggi ci portavano talvolta ad attraversare luoghi a lui molto cari nel Veneto ed erano occasioni di racconti più personali, di ricordi d’infanzia che scoprivamo essere molto simili, perché simile era la provenienza dal mondo contadino. Ad un amico-fratello un saluto con le sue stesse parole
“Mettiamo che i miei occhi nascessero stanotte, ogni notte. Avrei in dono perpetuo stupore”. Lucrezia Pedrali, Brescia

Avevo 25 anni quando ho conosciuto p. Arnaldo. Non lavoravo con lui, ma la sua poetica, il suo apparire stralunato li ho avvertiti, percepiti… Mi trovavo quasi a disagio al suo cospetto. Ho capito dopo che il suo essere fuori dal mondo non è una formula che lo descrive correttamente. Perché lui era fuori dal “primo mondo…”, come ricorda Lucrezia. E quando, dopo un primo periodo in Brasile, ci siamo ritrovati per ricordare Oriella, suo braccio destro e segretaria Cem prematuramente scomparsa, sono stati lacrime e sorrisi condivisi.



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