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Care amiche e cari amici di “Missionari Saveriani” di Tavernerio, in molte nazioni dell’Africa, Burundi compreso, si augura “Buon anno” per molte settimane dopo Capodanno. Permettetemi perciò di aprire questa lettera di febbraio, rinnovandovi gli auguri per l’anno appena incominciato. Essi sono accompagnati dalla preghiera che noi saveriani, ogni giovedì, eleviamo a Dio per i nostri amici e benefattori. “Dio vi benedica, faccia splendere su di voi il suo volto e vi dia pace» in questo tempo carico di incertezza e, diciamolo pure, di paura.

Il giorno dell’Epifania, subito dopo il Vangelo, è stata solennemente annunciata la data della Pasqua di quest’anno, il 4 aprile. La conoscevamo già, perché tutti abbiamo un calendario o un’agenda e, caso mai, basta aprire lo smartphone dove c’è un calendario sempre pronto. Lo scopo di quell’annuncio non era quindi di dirci il quando della Pasqua, ma di assicurare che, anche quest’anno, avremo la grazia e la gioia di celebrare Pasqua, di rivivere cioè il mistero della nostra redenzione.

Insieme all’annuncio della Pasqua, la chiesa ci ha ricordato anche che il 17 febbraio (o il 21 per il rito ambrosiano) inizierà la quaresima, il periodo dei quaranta giorni che precedono la Pasqua per disporci a vivere il “Triduo pasquale”, dalla celebrazione vespertina del giovedì santo alla domenica di Pasqua. Nella notte pasquale veglieremo insieme con Gesù e sarà la notte del battesimo dei nuovi cristiani e/o l’occasione per noi, già battezzati, di rinnovare la nostra adesione al Signore. Speriamo che ci vada meglio dell’anno scorso e che quest’anno possiamo celebrare Pasqua, anche se in forma ridotta a causa delle restrizioni che ci impone la pandemia.

È importante vivere bene la quaresima, seguendo le indicazioni della Chiesa che ci propone l’antica ma sempre valida “regola” della preghiera, dell’elemosina e del digiuno. In attesa di leggere la proposta del Papa per la quaresima e di seguirne le indicazioni, continuiamo a vivere il suo messaggio per la giornata della pace 2021: “Prenderci cura gli uni degli altri”, soprattutto dei più poveri, di coloro che soffrono o sono emarginati e “vincere l’indifferenza” che tende a rinchiuderci nei nostri problemi, ignorando quelli dei fratelli e delle sorelle più bisognosi di noi.

In molte diocesi, c’è la tradizione di fare dei quaranta giorni prima di Pasqua una “quaresima missionaria di condivisione”, che trasforma il digiuno in un aiuto concreto affidato ai missionari, per sovvenire ai bisogni dei poveri, per prendersi cura dei più poveri fra i nostri fratelli e sorelle. Quando leggerete questa lettera, la quaresima sarà già iniziata. Noi ve la auguriamo ricca di speranza e di pace per non cedere al pessimismo e alla paura, e guardare al futuro con speranza.
Quando Gesù, la sera di Pasqua, appare ai suoi, rinchiusi in casa per paura, augura loro per ben due volte “Pace a voi”. E li invita a non temere, assicurando che egli sarebbe stato con loro “fino alla fine del mondo”. Così fa ogni volta che celebriamo l’Eucaristia, chiedendoci di credere che Lui rimane con noi ed è in grado di darci la pace grazie al dono della fede, a quella fiducia che è frutto del suo amore per noi ed espressione del nostro piccolo, povero amore per lui, “quell’amore che caccia la paura” (1Gv 4,18).



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