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Reagire o essere indifferenti. Questa è una delle sfide che il mondo di oggi ci pone davanti. Le questioni sembrano essere sempre più stringenti e richiamano in causa l’essenza più profonda del nostro io: chi siamo? Sono i nostri valori e il nostro credo, qualunque esso sia.

Un dialogo che vuole essere al centro delle calde tematiche attuali, un momento di riflessione, che non vuole restare solo online, ma che cerca di andare oltre e riflettere sul senso delle nostre esistenze: da che parte vogliamo stare? Dalla parte dell’indifferenza, dell’azione, della condanna o del sostegno?
In occasione della festa di san Guido Conforti, giovedì 5 novembre, è stato organizzato un incontro, una tavola rotonda di confronto virtuale sul tema: “Le armi nucleari sono illegali”. Una riflessione attuale che è scaturita alla fine di un dibattito altrettanto intenso. “Desio ha avuto un grande papa, Pio XI - ha ricordato p. Adili alla fine dell’incontro - Lui ha istituito la giornata mondiale missionaria, quindi quel sogno dell’universalità della chiesa. I saveriani sono venuti a Desio perché lo consideravano paese missionario. Ed è molto bello. A Desio c’è poi un’utopia, il dialogo interreligioso. Ora si sente dire che i musulmani sono tutti terroristi, dopo quello che è successo a Nizza e a Vienna. Ma un conto sono i fondamentalisti e un altro i milioni di fedeli musulmani buoni, come quelli che sono qui”. 

La verità è che non esistono musulmani buoni e musulmani cattivi. Lo dimostra il confronto tra quello che abbiamo letto e sentito negli ultimi anni (e giorni) nelle cronache e le ultime parole del rettore dei saveriani di Desio. Ricordiamo la serie di attentati in Francia tra il 2015 e il 2016. Ma si potrebbe tornare anche un po’ più indietro nel tempo e ricordare gli attentati di Madrid del 2004. Temi caldi che sono riaffiorati negli ultimi giorni dopo Nizza e Vienna.

Dall’altra parte, invece, la realtà sembra stridere. A Desio si cerca di pregare insieme con tutte le religioni. Inoltre, vediamo la corposa comunità musulmana (unita, aperta al dialogo) venire addirittura a pregare nel prato della casa dei saveriani, quando la stagione lo permette. Insomma, esiste gente comune, che non fa nulla di diverso da quello che farebbe ciascuno di noi. Poi, esistono i terroristi e quelli non sono musulmani cattivi: sono semplicemente terroristi, che pertanto agiscono per fini totalmente diversi da quelli indicati dalla religione.
È interessante leggere nelle cronache che erano musulmani anche quei tre ragazzi che hanno soccorso uno dei poliziotti feriti a Vienna durante l’ultimo attacco terroristico. Questo è il cuore del problema: sembra che vincano i terroristi (e i fondamentalisti islamofobi) perché le vittime o gli eroi musulmani dei terroristi contano ben poco sul piatto della bilancia.

Forse, un modo per non lasciarsi sconvolgere da questa realtà sono il confronto reciproco e la disponibilità all’ascolto. Questo porta sulla via della pace, auspicata anche nell’incontro online: la rinuncia alle armi nucleari e una pace interiore, che ci permette di vivere da fratelli.
Siamo pronti ad impegnarci personalmente in un vero dialogo interreligioso, anche alla luce degli attacchi terroristici?



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