Skip to main content
Condividi su

La prima impressione al mio arrivo nella periferia est di San Paolo, in Brasile, fu quella di chiedermi come il vangelo potesse incarnarsi nel brulicare frenetico del popolo, in quell’ammasso di case arroccate su colline scoscese che sembravano vietare l’accesso agli sconosciuti. Era un vero labirinto urbano, in cui sorgeva un nuovo laboratorio di umanità. Quale era dunque lo spazio per l’annuncio della Buona Novella? È una sfida aperta sia nel contesto della foresta mozambicana che poi mi ha accolto, sia qui in Brianza e in Italia, crocevia di culture, dove la chiesa ha preso un volto sempre più dalle genti.

In questo clima, mi permetto di rivolgere a tutti, con il cuore, un invito a mettersi in viaggio, come chiesa in uscita, per riscoprire il valore sempre antico e sempre nuovo della forza (ri)generatrice della Parola di Dio.
Questo itinerario lo faremo immaginandoci come una grande famiglia. Un popolo di catechisti e catechiste, di animatori e animatrici di comunità, di semplici uomini, donne e giovani che annunciano cieli e terra nuovi e denunciano con coraggio tutto ciò che si oppone alla vita. È bello mostrare i volti, le parole, i sogni, i passi, i gesti di fratelli e sorelle che non si stancano di camminare fino alle periferie della storia per intercettare quell’umanità che attende di essere contagiata dalla gioia del vangelo.

La missione, da sempre, è questione di fede ed è insita nel dna della chiesa, ma la fede nasce dall’annuncio Evangelico e dalla testimonianza credibile del cristiano. San Paolo, in una sua famosa esortazione, ci offre la dinamica essenziale di ogni azione evangelizzatrice: “Come potranno invocare il nome del Signore senza aver prima creduto in Lui? Come potranno credere, senza averne sentito parlare? Come potranno sentirne parlare senza uno che lo annunci? E come lo annunzieranno, senza prima essere inviati?” (Rm 10,14-15). La Parola di vita è alla portata di tutti, sospinge il discepolo missionario a incarnarsi negli ambienti vitali dove è inviato. Obbliga il vangelo a essere autentico, generativo di vita, ecosostenibile, giusto, fraterno e inclusivo… per favorire uno stato permanente di missione.

Sulle rive del fiume Zambesi, in Mozambico, con i catechisti uscivamo in bicicletta. Avevamo pochi mezzi, una lavagna, un gesso, qualche foglio. Raggiungevamo comunità isolate e, seduti per terra, si studiava la Parola di Dio. Quanto entusiasmo suscitava in loro! La stessa gioia l’abbiamo provata quando i giovani hanno riempito la nostra magnifica cattedrale, per ascoltare lo stesso messaggio di salvezza. Sarebbe bello che sugli schermi posti lungo le navate si possano trasmettere in varie lingue frasi della Sacra Scrittura così da coinvolgere i visitatori anche con la bellezza del vangelo.



Logo saveriani
Sito in costruzione

Portale Unico dei Saveriani in Italia

Stiamo finalizando la nuova versione del portale

Saremmo online questa estate!

Ti aspettiamo...

Versione precedente del sito