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A inizio anno è tempo di bilanci. È quasi inevitabile quando si chiude un’esperienza, un periodo, un tempo di vita. Anch’io l’ho fatto e vorrei condividerlo con voi. Infatti, mentre il 2017 si affaccia nelle nostre vite vorrei buttare alcune cose, mentre altre vorrei che mi accompagnassero nei prossimi mesi.

Nel cestino, quindi, metto la morte che ha colpito tanti saveriani. Salute, età o modalità non importano. Ogni volta che arriva l’annuncio dalla Direzione generale è un colpo al cuore della congregazione.

Ne cito uno per tutti, il più recente, p. Luigi Menegazzo, che dei saveriani è stato superiore per quasi quattro anni. L’ho conosciuto qui a Brescia quando era ancora “vice”. Aveva proposto una brillante riflessione ai presbiteri della diocesi, in occasione della Giornata di spiritualità sacerdotale, nella festa di S. Francesco Saverio. Mi sembrava riservato, di poche parole, quasi sussurrate.

Il sorriso spalancato sul suo volto l’ho visto chiaro qualche tempo dopo. Era estate e San Cristo ospitava l’incontro dei rappresentanti del Centro studi asiatico. P. Luigi era a suo agio con loro, forse perché si sentiva di nuovo vicino al Giappone, sua terra di missione. Sembrava muoversi con disinvoltura tra riflessioni e documenti che i suoi confratelli erano intenti a preparare. Allora, aveva anche lanciato l’ipotesi di un Centro studi europeo con lo Csam di Brescia come punto di riferimento. È rimasto un sogno.

L’ho ritrovato un anno fa a Tavernerio, per il Convegno internazionale sui social media. Mi pareva ancora più sommesso. Ora, protegga dall’alto la congregazione che ha servito per molti anni.

Butto volentieri il pressapochismo che spesso caratterizza i nostri giorni. Tanti dicono la propria, ma senza senso critico, ignorando (o facendo finta di ignorare) problemi, situazioni e soluzioni. Ci ritroviamo ad essere i pappagalli di qualcuno o qualcosa. E distruggere risulta più semplice di costruire, proporre, guidare.

Butto anche le notizie che arrivano dal mondo dei giovani: il bullismo nelle scuole, la difficoltà disumana di trovare un lavoro adeguato a capacità e preparazione, l’indifferenza e l’inerzia che spesso colpiscono come un virus.

Qualche pessimista si domanderà se non c’è proprio nulla da tenere…

Al contrario, vorrei portarmi lungo l’anno la partecipazione di tanti giovani all’ultimo referendum. Speriamo che l’interesse per la “cosa pubblica” non sia limitato a un evento. Perché, come si dice, gli altri siamo noi e non può esistere sempre una differenza netta tra “loro” e “noi”, tra il “palazzo” e la “strada”. Proviamo a metterci la faccia, a “sporcarci le mani”, a metterci al servizio per…

Vorrei che continuasse con rinnovato entusiasmo l’impegno missionario giovanile. Che i prossimi campi estivi siano sempre più frequentati, perché è importante “lasciare il segno”, come ha detto papa Francesco.

Vorrei tenere chi lavora in silenzio, chi si occupa degli altri senza proclami, chi non riduce tutto a un’app!

L’elenco potrebbe continuare, ma come ultima cosa vorrei portare con me i colleghi di quello che è stato il Centro saveriano d’animazione missionaria di Brescia (Csam), in particolare chi è stato costretto a concludere la propria esperienza lavorativa. Siete stati luci del mondo saveriano e non solo, bussole professionali e umane. Cercheremo di far fruttare la parte migliore di voi. 



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