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Accoglienza è vita di amicizia e lavoro

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Ho vissuto tanti anni come migrante del vangelo nel continente africano. Sono sulla sedia a rotelle, ma ho fatto il possibile per tornare ogni anno laggiù. Capisco, perché ho visto, quanto sia vero lo scritto di Erri De Luca: “L’Africa è l’utero della specie umana, la miniera prima, la rapina più antica, schiavi, oro, diamanti, petrolio”.

Con i miei fratelli missionari saveriani e con Paola, Edda poi Luisa, Lino, Antonina e la famiglia Volta si è approfondito il legame con la gente congolese, che da oltre venti anni vive l’esodo dai loro campi, l’insicurezza, fame e stragi (solo dal 2004 al 2010 sono morte circa 10 milioni di persone), legati soprattutto allo sfruttamento delle ricchezze minerarie da parte delle potenze straniere. Nell’ultimo viaggio in Congo RD, per ricordare il vescovo martire mons. Munzhirwa, abbiamo sentito la vergogna per il profitto che abbiamo avuto, ieri e oggi, dalle sofferenze del popolo congolese per il traffico illegale delle ricchezze e per gli aiuti dati, senza un vero controllo, a poteri dittatoriali lontani dalla gente. E non si può dimenticare: l’inquinamento provocato dalle scorie atomiche sulle coste africane; l’accaparramento delle terre (land grabbing); la svendita di OGM con conseguente distruzione dei mercati locali; il debito estero concesso ai dittatori (e richiesto alla gente con il taglio agli stipendi degli statali); l’emissione di CO₂ (anidride carbonica) assorbito dalla foresta tropicale.

Non c’è solo l’Italia sul banco degli imputati, ma le varie potenze ex-coloniali come Francia, Belgio, Inghilterra e in seguito, Stati Uniti, Cina… Ma chi di noi non possiede un cellulare (composto da oro, coltano, cobalto…), computer e quanto è legato alle nuove tecnologie? Ricordo la frase “aiutiamoli là”. Mi sembra l’espressione di una mentalità che esprime paura e scarsa conoscenza. La verità prima è “l’ingiustizia nei rapporti internazionali”. È vero, c’è chi sfrutta queste migrazioni, ma la gente che attraversa il deserto e sale sui gommoni non è la stessa che sfrutta il traffico.

Tanti errori sono stati fatti nell’accoglienza, ma è possibile migliorare l’apertura da parte di tutti, istituzioni e privati, per fare emergere e non affogare la dignità di ogni persona. Con l’associazione “Solidarietà Muungano Onlus” abbiamo accolto più di cento giovani provenienti da vari paesi africani e culture diverse. La maggior parte di loro ha ottenuto una laurea in Italia. Chiediamo loro il rispetto reciproco nella società in cui viviamo come nella vita di gruppo, una giornata di lavoro manuale e una mattinata per i servizi della casa. L’accoglienza è soprattutto vita di amicizia, studio, lavoro. L’integrazione è stata facilitata nello spirito della reciprocità. Non riceviamo aiuti particolari da istituzioni, ma la solidarietà di privati.

L’idea di fondo è: meglio un mondo di fratelli che di egoisti. Altri gruppi hanno fatto di più e meglio di noi, ma ci auguriamo che queste esperienze possano moltiplicarsi.



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