Spesso in Italia si sente parlare di “classi pollaio” (cioè con 20-25 bambini). Poi, andando in Africa ho visto che forse le classi-pollaio esistono da loro. Infatti, quando vai in una qualsiasi scuola, sia di villaggio che di città, rimani scioccato, vedendo quanti bambini ci sono in una classe. Cominciando dalle elementari(primarie). Vedi da fuori (spesso le finestre sono senza inferriate e, a volte, anche i muri sono, per così dire, trasparenti, cioè non completati), che in quella classe ci sono 80-100 bambini o più, tutti seduti su una lunga panca o un tronco e con davanti una specie di lunga cattedra, tutti vicini vicini. L’unico mobile scolastico è la lavagna( cemento al muro, pitturato di nero) su cui la maestra scrive le cose da dire e da fare e le fa ripetere in coro ai bambini. Hanno, di solito, uno o due quaderni con una biro. I libri costano e quindi è raro che qualcuno (solo alle scuole superiori) possa permetterselo. A scuola si deve essere verso le 8-8,30. Naturalmente si va a piedi con una specie di zainetto o una cartella con dentro il necessario per stare a scuola fino alle 15. A metà mattina si fa una pausa. Chi ha qualche soldino, comprare una bananina o un panino, farcito di spaghetti, venduto da delle mamme che così recuperano qualche cosa per potere comprare del cibo. Si fa un po’ di ricreazione: le ragazze da una parte e i ragazzi dall’altra correndo dietro a una pallone di stracci e con le porte(i pali), delimitato dalle scarpe. E poi via ancora con la scuola, sempre con la medesima maestra. Nelle scuole superiori, anche lì ci sono classi da 100 e più. Naturalmente ci sono gli esami semestrali che bisogna passare per potere fare quello di fine anno. E, a volte succede che gli insegnanti chiedono un contributo, sia in denaro che….Infatti il loro stipendio lo si può quantificare sui 200-250 euro mensili. Con questo devono pagarsi il taxi per andare a scuola, i vestiti, il cibo, le medicine e anche la casa. Quindi, è normale che chiedano (anche se non va bene) una collaborazione agli studenti che naturalmente pagheranno anche le tasse scolastiche. Allora quando sento parlare di classi-pollaio, mi viene voglia di invitare qualcuno a farsi un giro in Africa e vedere la situazione. Per terminare, nella nostra parrocchia in Camerun, c’era anche la scuola materna o dell’infanzia, gestita dal Coordinamento delle Scuola cattoliche. Aveva sui 130 bambini. Al mattino passavano vicino alla casa parrocchiale, a piedi, per andare a scuola. Faceva tenerezza vedere i bambinetti di 6-7 anni con la loro cartelletta che si dirigevano verso la loro classe. In quella scuola c’era la direttrice e due maestre. A volte, bisognerebbe pensare alle differenze che esistono nel mondo e magari farsi delle domande. Chissà che qualche esigenza diventi meno importante e si comincia a dare importanza alle cose che costruiscono la vita.