Abbiamo intervistato p. Lino Sgarbossa, 80 anni, di Cittadella (PD), nuovo rettore dei saveriani di Brescia. Prende il posto di p. Pierluigi Felotti che ringraziamo per il lavoro svolto in questi ultimi tre anni.
Come ha conosciuto i saveriani?
Mio papà era marinaio. Prima di sposarsi era stato in Cina per lavoro. Di quel viaggio conservava un album di fotografie che io guardavo spesso. Mi innamorai della Cina. In terza media venne un saveriano, p. Alberton, a parlarci delle missioni in Cina. Io dissi che volevo andare lì. È stato l’inizio della mia vocazione missionaria.
Cittadella fucina di missionari…
Sì, eravamo 27 tra cui p. Giovanni Didonè, martire in Congo nel 1964.
I primi incarichi?
Ho studiato Teologia a Parma, dove sono stato ordinato presbitero il 25 ottobre 1964 e poi via per il Messico nel 1966. Sono rimasto là quasi 25 anni. La prima volta sette anni senza tornare a casa. Tant’è vero che al rientro mio papà non mi ha riconosciuto. E i miei fratelli più piccoli, gemelli, che avevo lasciato a 4 anni e ne avevano 11, si sono nascosti negli angoli della casa per paura.
Che cosa faceva in Messico?
Ho passato tutta la mia vita missionaria nella formazione di ragazzi e giovani, con vari compiti come rettore di Teologia e Filosofia, oltre al ministero nei fine settimana.
Sono tante le vocazioni saveriane in Messico…
A quei tempi sì (avevamo 45-50 alunni); ora la crisi è arrivata anche là.
È stato anche negli Stati Uniti?
Avevo chiesto un anno di riposo che ho trascorso a Chicago. Stavo per tornare in Messico, ma mi hanno chiesto di rimanere per aiutare il rettore della Teologia. Ho accettato, anche se la decisione mi ha messo in crisi. A Chicago metà dei fedeli della diocesi è di origine ispanica, è una delle città statunitensi in cui si parla di più lo spagnolo. Nel 2002 ero ancora in Messico come rettore della Teologia a Città del Messico; poi ancora negli Usa.
Che esperienze sono state?
Molto diverse, ma entrambe esigenti. Negli Stati Uniti tenevamo i corsi all’Università Cattolica e ricevevamo studenti da ogni parte del mondo. Nel 2009 la sede della Teologia a Chicago è stata chiusa, perché non c’era più nessun saveriano americano. Io sono tornato in Italia. Mi hanno mandato a San Pietro in Vincoli. Poi, per un problema di salute, sono stato a Vicenza. Là ho fatto l’economo. Una volta ristabilito, pensavo di tornare negli Stati Uniti, invece… Ora sono qui dove cercherò di fare il meglio. Intanto, cerco di conoscere la città girandola a piedi, anche in periferia. In attesa di incontrarvi, auguro a tutti i lettori un Felice Natale!