Come hai conosciuto i saveriani? Di cosa ti occupi? Qual era la tua professione? Con chi hai stretto un legame? Cosa ti dà questo servizio? Il volontario che in questo mese ha risposto alle nostre domande è Franco Sperolini. Chi ha voglia di raccontarsi, può chiamare lo 030 3772780. Vi aspettiamo!
Ho conosciuto i saveriani grazie a p. Domenico Milani e il Cem Mondialità. Erano i primi anni ’90. Lo Csam era già a Brescia, dopo il trasferimento da Parma. P. Domenico veniva al circolo didattico della scuola Manzoni-Calini della professoressa Battagliola, dove si tenevano corsi di lingua per gli stranieri e altre attività. Mia moglie, Lucrezia Pedrali, insegnava e si dedicava a queste esperienze in qualità di pedagogista. Le prime riunioni di Cem Mondialità a Brescia sono nate in questo contesto. La professoressa Battagliola, tra l’altro, era un’affezionata cliente della Libreria dei popoli. P. Milani era un personaggio affascinante e fascinoso, una mente brillante, il fondatore nel 1942 del Centro educazione alla Mondialità, di cui Lucrezia è stata direttrice negli ultimi anni di attività.
Una volta in pensione, sono classe 1946, ho iniziato a dare una mano a p. Gianni Zampini proprio in libreria. È lungo l’elenco delle attività professionali che ho svolto. Ho lavorato nella promozione professionale, anche come dirigente. Sono stato psicologo esperto dell’orientamento scolastico professionale, poi per vent’anni sono stato direttore dell’Isu (Istituto diritto allo studio universitario) dell’Università di Brescia.
Chiusi lo Csam e la Libreria, p. Mario Menin mi ha proposto di collaborare con il gruppo che stava facendo ordine in emeroteca e biblioteca. Sono stato anche guida alle ultime due mostre allestite dai saveriani, quella su mons. Romero e quella sull’Amazzonia, poi interrotta per l’arrivo della pandemia nel 2020. Il lavoro in biblioteca è stimolante. C’è una visione mondialistica e cattolico-ecumenica del mondo. È una biblioteca particolare, che raccoglie tanti volumi provenienti da una bella porzione di mondo. È sicuramente un arricchimento culturale poter spendere qualche ora qui.