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I PARTITI DELL’OPPOSIZIONE DENUNCIANO KABILA

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Il 23 luglio 2018 i principali partiti dell’opposizione (Udps, Mlc, Unc, Dynamique, Ensemble) hanno rilasciato una dichiarazione comune, dopo l’intervento del presidente Joseph Kabila alle due Camere riunite, del 19 luglio. L’opposizione accusa il presidente di agire con una logica di forza. Infatti, dopo aver strumentalizzato tutte le istituzioni dello Stato, ha nominato in modo fraudolento i membri della Corte costituzionale, formando fazioni politiche devote alla propria causa in seno al suo partito, sotto il comando di alcuni ufficiali delle Forze armate e della Polizia nazionale, sotto inchiesta a livello internazionale per abuso e violazione dei diritti umani.

L’opposizione ritiene che questo modo di fare costituisce un’ulteriore manovra volta ad instaurare un regime personale, che il presidente cerca di legittimare con elezioni farsa, con il pretesto di difendere la sovranità nazionale, isolandosi dal popolo e dalla comunità internazionale. Sempre in riferimento a tale discorso, l’opposizione accusa il presidente di essere totalmente avulso dalla realtà del paese; indifferente ai problemi della gente, alla miseria in cui versano milioni di cittadini e all’insicurezza endemica e generalizzata, specialmente nell’Est; al disfacimento dell’amministrazione pubblica; alla totale assenza dell’autorità dello Stato; al crollo degli investimenti pubblici e privati; alla svendita del patrimonio nazionale; all’inutile crisi politica nella quale ha gettato il paese con l’incertezza che pesa sul suo futuro.

Se da un lato Kabila, nel suo discorso, rivendica “passione” per il Congo, dall’altro l’opposizione ribadisce che nel paese regna la corruzione, il saccheggio sistematico delle risorse naturali e dell’economia nazionale senza la minima “compassione” per la gente. La “passione” per il Congo, evocata da Kabila, secondo l’opposizione, sono gli scandali finanziari denunciati dai Panama-papers e dalla Bgfi (Banque gabonaise et française internationale), il passeport-gate, la dissipazione di più di un miliardo di dollari di contratti minerari, i bandi di gara senza appelli dati in appalto a parenti e committenti internazionali, l’uso indebito di fondi pubblici nella totale impunità, la distribuzione di privilegi ad amici. L’altra “passione” di Kabila è la violazione dei diritti umani e delle libertà pubbliche, la repressione sanguinosa dei manifestanti pacifici e degli oppositori, i massacri dei cittadini, le fosse comuni, gli stupri, i crimini contro l’umanità nel Kasai, nel Congo centrale, nel Nord-Kivu e nell’Ituri, la proliferazione dei gruppi armati, la recrudescenza dei rapimenti con domanda di riscatto, la schiavitù sessuale delle donne e l’estorsione dei beni privati da parte delle autorità pubbliche che sono diventate fenomeno quotidiano sotto il regime di Kabila. La grande “passione” di Kabila è infine l’appropriazione della Commissione elettorale nazionale indipendente (Ceni) per continuare a servirsi delle strutture dello Stato per fini personali.

L’opposizione stigmatizza tutte queste azioni che rischiano di portare il paese verso una nuova dittatura e chiede ciò che i vescovi hanno già chiesto per una transizione pacifica:  l’eliminazione di circa 10 milioni di elettori fittizi, inclusi nel totale di 40.024.897 elettori; l’abbandono della “macchina per votare”, non prevista dalla legge elettorale; l’effettivazione delle misure di distensione politica previste dall’Accordo di S. Silvestro, con il ritorno di uomini come Moise Katumbi, Antipas Mbusa Nyamuisi, Floribert Anzaluni, e la liberazione di prigionieri politici tra cui Jean-Claude Muyambo, Franck Diongo e Diomi Ndongala, di militanti dei movimenti della società civile, come Filimbi e Lucha.

L’opposizione considera Joseph Kabila come “il male congolese”, l’ostacolo maggiore all’alternanza democratica e il principale fattore d’instabilità nella regione dei Grandi Laghi. L’opposizione s’impegna infine a lavorare a fianco del popolo per salvaguardare il rispetto della Costituzione e l’alternanza democratica. Ringrazia l’Ua, le Organizzazioni regionali, l’Ue e le Nazioni Unite che lavorano per la stabilità del Congo RD e le invita a restare accanto al popolo in questo momento difficile della sua storia.



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