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CONGO RD / VERSO LE ELEZIONI IN ORDINE SPARSO

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L’11 novembre 2018 sette leader dell’Opposizione politica congolese si sono dati appuntamento a Ginevra (Svizzera), sotto l’egida della Fondazione Koffi Annan, in qualità di facilitatrice delle consultazioni, per designare il candidato comune alle elezioni presidenziali. Erano presenti Moise Katumbi, Jean-Pierre Bemba, Felix Tshisekedi, Martin Fayulu, Vital Kamerhe, Freddy Matungulu e Adolphe Muzito, i quali avevano già firmato in ottobre in Sudafrica una dichiarazione – inedita da parte dell’Opposizione politica –, in cui si ribadiva l’intenzione di non boicottare le elezioni del 23 dicembre 2018 e di scegliere un candidato comune, identificato nella persona di Martin Fayulu, 62enne, ex-dirigente del settore petrolifero, formato in Francia e negli Stati Uniti, e arrestato almeno due volte per aver partecipato a dimostrazioni vietate dall’autorità.

Purtroppo l’accordo è durato poco. Infatti, al ritorno in patria, lunedì 12 novembre, due firmatari hanno fatto marcia indietro sotto la pressione della loro base politica. Si tratta di Felix Tshisekedi, presidente dell’Unione per la democrazia e il progresso sociale (Udps) e di Vital Kamerhe, presidente dell’Unione nazionale dei combattenti (Unc). Oltre che mettere in crisi la politica dell’Opposizione, a un mese dalle elezioni, le due desistenze danno un sicuro vantaggio al candidato della piattaforma presidenziale, Emmanuel Ramazani Shadary, delfino di Kabila. Si ripete cosi ciò che era già successo nelle elezioni del 2011, quando, di fronte a Joseph Kabila, Vital Kamerhe e Tshisekedi padre non riuscirono a mettersi d’accordo.

Il 15 novembre 2018 i cinque superstiti dell’accordo elettorale, dopo il ritiro di Tshisekedi e Kamerhe, si sono ritrovati a Bruxelles, per salvare il salvabile, confermando come candidato unico Martin Fayulu.

La campagna elettorale inizierà il 22 novembre. I concorrenti, che hanno depositato la loro candidatura, sono 26, tra cui tre donne. Qualunque sia l’esito delle elezioni, il presidente eletto dovrà affrontare una grave crisi sociale e umanitaria, in primis la piaga dell’Ebola che è riapparsa al Nord e all’Est del paese con particolare veemenza.



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