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CONGO RD / AUMENTANO LE PRESSIONI PACIFICHE SUL PRESIDENTE KABILA

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Dopo la veglia di preghiera e digiuno del 23 febbraio scorso, indetta da papa Francesco, si è svolta a Kinshasa e in altre parti del paese la terza manifestazione del Comitato laico di coordinamento (Clc) per chiedere l’applicazione integrale degli “Accordi di San Silvestro” (31 dicembre 2016) e spingere il presidente Kabila a mantenere la parola data. Il bilancio prontamente redatto dalla Conferenza episcopale (Cenco) il 27 febbraio 2018 ha registrato due morti (altre fonti ne segnalano tre), 32 feriti, di cui 13 da pallottole vere, 76 richieste di chiarimento. Le marce pacifiche in tutto il paese sono state 149, di cui 66 impedite all’interno degli stessi confini delle parrocchie; 67 disperse con l’uso di pallottole e gas lacrimogeni; 16 marce non hanno registrato impedimenti.

Da questi dati emergono alcune novità: è diminuito il numero dei morti, anche se continua la brutalità e la violenza della polizia e dell’esercito, soprattutto nelle zone più interne del paese; sono aumentate la marce pacifiche non impedite o ostacolate dalle forze del regime: 12 nella seconda manifestazione; 16 in quest’ultima; alcune Chiese protestanti e gruppi mussulmani hanno aderito all’iniziativa del Clc. Si allarga dunque la base popolare delle manifestazioni. Questo preoccupa il regime, che cerca di infiltrare giovani nelle parrocchie più attive. L’esempio più clamoroso è stata l’occupazione del sagrato della cattedrale di Kinshasa da parte di giovani molto probabilmente reclutati dal regime o dal partito del presidente. Questi atteggiamenti ostili nei confronti della Chiesa cattolica fanno parte quasi certamente della strategia d’intimidazione adottata dal regime. Continua la campagna di diffamazione nei confronti della Chiesa cattolica sui media vicini al regime con lo scopo di indebolirne la forza morale, che invece è in crescendo, insieme a quella di alcune Chiese protestanti, che chiedono al regine serietà e rispetto nei confronti della popolazione.

Davanti all’urgenza di mettere a punto il processo elettorale, in vista delle elezioni fissate per la fine del 2018, si assiste all’inerzia dello Stato che non sta facendo alcun passo in questa direzione quando mancano ormai meno di 10 mesi alla scadenza. Ricordiamo che il Congo RD è un paese che ha le dimensioni di mezza Europa – 2.200.000 Km² –, senza un vero e proprio sistema stradale, senza infrastrutture e logistica in grado di svolgere “velocemente” uno scrutinio elettorale.

Mons. Fridolin Ambongo Besungo, frate cappuccino, vicepresidente della Cenco e presidente della Commissione episcopale “Giustizia e Pace”, appena nominato (il 6 febbraio scorso) dal papa arcivescovo coadiutore di Kinshasa – con diritto di successione al card. Laurent Monsengwo, 78 anni –, ha confermato il sostegno dei vescovi al Clc e alla popolazione nella lotta per l’applicazione integrale degli Accordi e il ritorno allo Stato di diritto e ai suoi valori costituzionali.



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